venerdì 28 ottobre 2011

Perché Glenville?


La storia della cultura di massa è la storia del Novecento e la storia dei media è la storia della cultura di massa. Volevo dare un nome a questo blog “sui media” (mmh, ci sono più blog sui media che stelle in cielo) e non mi veniva niente che non fosse noioso o pedante. Poi  ho pensato a Glenville.
(Glenville, anche se non lo sappiamo,  è la patria dei nostri sogni perduti. Perduti perché –inevitabilmente- americani. Negli Stati Uniti ci sono sedici Glenville, dallo Stato di New York alla California, passando dal West Virginia all’Alabama. Quella fondamentale, almeno per me, è Glenville, Ohio. A Glenville, sobborgo di Cleveland, in una di quelle villette che vedete nella testatina del blog, sono cresciuti Jerry Siegel e Jerome Shuster, i due ragazzi ebrei che inventarono Superman. Siegel (figlio di immigranti lituani) e Shuster sono la parabola del sogno americano che noi - tutti noi che veniamo dal ‘900- abbiamo subìto, o del quale abbiamo goduto, in un modo o nell’altro, da Berlusconi al Partigiano Johnny di Fenoglio. S. & S. sarebbero potuti diventare immensamente ricchi e invece vennero scippati  dei diritti su Superman dopo soltanto un anno. S. & S. intentarono cause al loro editore per cinquant’anni, alla fine strapparono solo la citazione nei titoli dei film e 20mila dollari l’anno di pensione. Chiusa lì. Nel frattempo Siegel aveva trovato lavoro a Topolino (quello italiano della Mondadori), come sceneggiatore di storie di Paperino.

Quindi uno dei più grandi creatori dei comics americani mandava (a pochi soldi) delle storie dall’America che venivano disegnate dai disegnatori italiani a Milano, che spargevano l’immaginario disneyano per l’Europa. Siegel è quindi, in pratica, Paperino. E Superman è, in pratica,  l’America).
Ma adesso tutto questo mondo, compresa la provincia americana reale e sognata, sfuma all’orizzonte (e le serie tv americane, gli ultimi cantori dell’impero in crisi, ci raccontano questo crepuscolo). L’America è diventata la zona del twilight e la televisione -che alla fine del Novecento aveva ucciso i comics come medium di massa- è rimasta, a tarda età, orfana di madre. La Rete dalla quale scriviamo è invece una ragazza indipendente e volubile, potente e libera, almeno per ora, e tra web e televisione non sarà un rapporto facile. Non so neanche come andrà a finire. Né quale sarà il nostro futuro. Non lo sappiamo. Come non lo sapeva Jerry Siegel. Ecco, per questo ho scelto il nome Glenville. Un po’ astruso? Un po’.

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