Massimiliano Ossini e gli inviati di E se domani? (Raitre, 2013). |
Guardando il programma di divulgazione scientifica in onda in queste settimane su Raitre, E se domani, uscito dalla factory di Simona Ercolani, mi sono fatto alcune idee. Importanti anche per me, perché ai primi di marzo toccherà al nostro gruppo creativo andare in onda con un programma alla stessa ora del sabato (l'ho chiamato Metropoli e sarà condotto da Valerio Massimo Manfredi).
Luca DeBiase e gli inviati di Cosmo, pilota in prima serata (2010). |
1. E se domani è fatto bene. Rispetto alla prima edizione (con gli ospiti in studio e un conduttore-rivelazione come Alex Zanardi) è anche più innovativo. Si vede che dietro c'è un lavoro sui contenuti e sui linguaggi, anche per avvicinarsi allo stile del factual internazionale (come avevamo tentato di fare anche noi due anni fa con il pilota di Cosmo: inviati scientifici con specifici skill, cura dell'immagine, tono veloce e assertivo).
2. E se domani ripropone il formato del magazine scientifico. In ogni puntata si parla di tante cose, anche slegate tra loro (d'altronde anche Quark era costruito come un magazine). Con molta scienza e tecnologia e attenzione all'ambiente.
3. E se domani non ha un conduttore identificato come "esperto": però Ossini conduce da tempo una parte del pomeridiano Geo & Geo sulla stessa rete, quindi è un volto non solo gradevole ma anche già sdoganato sull'argomento.
4. I temi dei servizi di E se domani spesso sono azzeccati e intriganti.
Nonostante ciò, gli ascolti di E se domani sono bassi (attorno al 3%). E' possibile individuarne le ragioni? Ci provo:
Barbara Serra in Cosmo, seconda serata (2012). |
a) il pubblico d'elezione dei programmi di divulgazione scientifica il sabato sera, fino alla metà della prima decade del 2000, era circa il 7% del totale ascolto, che saliva al 10-11% con la factory Angela, grazie alla sua credibilità e al fatto che Angela riusciva a portare su Raitre un segmento di pubblico tradizionalmente di Raiuno. La media d'ascolto di Gaia era attorno all'8%, quella di Angela padre e figlio superava stabilmente il 10.
b) Si trattava di un pubblico che viveva la divulgazione scientifica come alternativa intelligente al varietà del sabato. Un pubblico prevalentemente (ma non unicamente) maschile adulto, con una partecipazione di bambini (papà più figlio, nonno più nipote).
Valerio Massimo Manfredi con Andrea Vianello durante le riprese della prima puntata di Metropoli, a Bologna. |
Si gira Metropoli: reenactment nel Teatro anatomico dell'Archiginnasio di Bologna. |
e) la diffusione dei canali satellitari specializzati e dei canali di factual sul digitale terrestre fornisce a getto continuo le produzioni documentaristiche internazionali che prima erano riservate ai programmi di divulgazione scientifica del sabato sera (tutti i programmi scientifici di Raitre erano fatti per buona parte di documentari d'acquisto rieditati, mentre oggi devono ricorrere in gran parte all'autoproduzione. Un documentario medio di BBC o NatGeo di alta gamma, "blue chip", costa al suo produttore circa un milione di dollari e viene ripagato dalle vendite internazionali. Un documentario della stessa durata realizzato in Italia viene pagato dai broadcaster italiani circa 20.000 euro. E' chiaro che la qualità non può essere la stessa).
f) il pubblico più interessato a prodotti di gamma alta e innovativi anche in questo settore è distratto quindi da altre offerte, e il mood generale della rete non l'ha finora cercato in altre giornate. (Il pubblico di Fazio e quello di Report lambisce ma non occupa questi territori, su cui è insediato il gruppo Discovery). Quindi per l'effetto paradosso un linguaggio innovativo, mentre non raggiunge il suo pubblico d'elezione, può inizialmente allontanare lo zoccolo presente comunque il sabato sera su Raitre.
g) Per tutte queste ragioni lo zoccolo del sabato per un programma di divulgazione scientifica su Raitre si è ridotto di circa tre punti.
Valerio Massimo Manfredi racconta la storia economica della mortadella. |
Ho la fortuna di avere coinvolto Valerio Massimo Manfredi, che è certamente un grande narratore e uno storico. Sarà comunque un'avventura, come portare la propria nave in mare aperto quando c'è un fortunale e le sirene cantano. In caso, ci legheremo all'albero di prua (Odissea, libro XII).