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Amici: una corazzata mediatica. |
Visto che è passata più di una settimana (dalla messa in onda, dalla registrazione più di due) possiamo parlare con una qualche serenità "scientifica" dell'ospitata di
Matteo Renzi ad
Amici. Nel frattempo la polemica tra Renzi e il gruppo dirigente del Pd è arrivata al calor bianco, così come la situazione economica. Ma restiamo alla questione in sé, perché ha una rilevanza non indifferente anche per il futuro.
Comunque uno la pensi sul sindaco di Firenze, ha fatto bene o male Renzi ad andare ad
Amici? A giudicare dai dati verrebbe da dire che ha fatto bene. Se poi la sua proposta politica sia condivisibile o no è un'altra storia, e non è l'argomento di questo post. (Così come non lo è qualunque considerazione, ad esempio, sull'attacco violentissimo di ieri alla Finocchiaro).
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Renzi ad Amici, 4 minuti al
18-19% circa ad inizio puntata. |
Vediamo: in tutta la scorsa, orrenda campagna elettorale, il centro-sinistra ha raggiunto la
centralità nell'
agenda mediatica soltanto nella prima fase, in corrispondenza del confronto sulle
Primarie. Non è un caso se in tutta quella fase la stessa presenza mediatica di
Grillo e del suo movimento si sia affievolita. Il Pd sembrava corrispondere ad un'esigenza di cambiamento prima di tutto perché esponeva apertamente agli elettori un "
catalogo" di opzioni diverse, senza che ciò significasse scontro e lacerazione. Tutto ciò ha raggiunto una parte di elettorato "mobile", l'ha lambito, l'ha interessato ma poi altre sirene l'hanno distratto (le elezioni si sono appunto incaricate di dimostrare quanto fosse "mobile", appunto).
Verificato il vantaggio nei
sondaggi (ma i sondaggi sono sempre un'istantanea di un processo in movimento, non ti indicano la traiettoria ma solo la posizione dei cavalli in quel momento della corsa) si è ritenuto opportuno
consolidare e rassicurare quello che veniva considerato dal Pd il proprio elettorato, invece che continuare a presidiare la centralità mediatica rispetto all'intera agenda e all'intero spettro degli elettori. Probabilmente si è anche sottovalutato il peso e l'
effetto moltiplicatore
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Bersani e Renzi nella scorsa campagna elettorale. |
dell'antipolitica imposto dalle trasmissioni televisive a
talk show. Si sono lette anche rampogne contro giornalisti e televisivi, comprensibili sotto l'aspetto etico ma poco sotto l'aspetto della lucidità politica. Se tu sai che ogni programma televisivo riceve un sovrappiù di ascolti se sposerà la protesta anti politica e anti"casta" devi anche sapere che nessuna rampogna fermerà la tendenza a gonfiare quell'aspetto mediatico. Ci vuole quindi una risposta che laicamente faccia i conti con quella tendenza e crei nuove "
convenienze" per i media, i quali vanno dove pensano di raccogliere ascolti e copie vendute. Ogni altra lamentazione rientra, volenti o nolenti, nei "signora mia" e quindi risulta quantomeno inefficace.
La fascia dove sia
Berlusconi che
Grillo hanno recuperato a sfavore del centro-sinistra è plasticamente rappresentata dal profilo d'ascolto di
Amici, e Dio solo sa quanto i programmi di Maria De Filippi abbiano contribuito, in questi anni (assai più dei ghirigori berlusconiani doc) a plasmare e dare identità allo spirito del tempo in fasce decisive della popolazione italiana.
Ma guardiamo i dati, che sono secchi e precisi come la lama del rasoio:
Amici, proprio nella puntata del 6 aprile con l'ospitata di Renzi, ha raccolto in media il
33% sui telespettatori dai 15 ai 34 anni (uno su tre!) e il 28% nella fascia tra i 35 e 44 anni, il 25% in quella tra i 45 e 54 anni (e solo il 15% in quella over 65). Ma chi erano? In gran parte
donne: una media di 3milioni e 300mila su un totale di quasi 5 milioni di telespettatori medi. Con una
scolarità abbastanza bassa e una situazione socio-economica che non le colloca tra la fasce medio-alte della popolazione. Chiedo a sondaggisti ed esperti di marketing politico di correggermi, ma non credo di sbagliare se dico che quel profilo di pubblico è stato decisivo nelle ultime elezioni. Ed è un profilo difficilmente raggiungibile in misura così larga dai talk show della Rai e della 7.
Quella fetta di elettorato oggi sente il morso della
crisi. Non lo sentiva in questa misura anche solo due anni fa: anche i soldi per la scheda del telefonino scarseggiano. E' alla ricerca di una via d'uscita e non ha riferimenti precisi. Più che discutere di come uno si veste bisognerebbe discutere di cosa un politico dovrebbe dire a quell'elettorato.