La serie Peppa Pig, di Neville Astley e Mark Baker (2004). |
Ho iscritto mio figlio alla scuola pubblica. Ma prima mi sono chiesto: a che serve la scuola elementare, nel 2013? Mattia, che non ha ancora compiuto sei anni e andrà in prima a settembre, se la cava già a leggere e scrivere, si esprime con discreta proprietà e spesso imbrocca la consecutio. Non è un fenomeno da baraccone: molti altri bambini e bambine della sua età si trovano nella sua stessa condizione. Non credo sia merito di noi genitori. Tra l'altro, essendo un padre non proprio giovanissimo ricordo che noi, a quell'età, eravamo molto più indietro.
Spongebob, di Stephen Hillenburg (1999). |
Il più grosso successo d'ascolto di questi ultimi anni, assieme a Real Time, sono i canali cosiddetti "babysitter", che propongono a un pubblico pre-scolare, anche a orari un tempo impensabili, serie animate di discreta, e talvolta notevole, fattura. Una buona parte di esse sono vere e proprie sitcom d'animazione, in cui le contraddizioni familiari vengono sviluppate senza troppe censure, per aderire alla situazione reale di molti dei loro piccoli fruitori. I testi sono abbastanza sofisticati, un registro grottesco pieno di doppie letture, e spesso sono dotati di robusta ironia. Ci sono anche i prodotti più trash (come Total Drama, tradotto in italiano col titolo di "A tutto reality"), ma nel complesso la realtà è molto più interessante rispetto a quella di venti-trent'anni fa.
Lo straordinario mondo di Gumball, di Ben Bocquelet per Cartoon Network (2011). |
Poi c'è internet. In cui il bambino deve entrare. Per gradi, non da solo e con i filtri dei browser alzati a manetta (come padre ho potuto constatare che su alcuni contenuti, come i video di youtube, gli algoritmi di "parental control" non sono ancora efficaci: meglio filtrare assieme la ricerca). Ma ci deve entrare.
E poi ci sono i videogiochi. Anche lì credo sia giusto contingentare. ma non c'è dubbio che oggi un bambino di 5 anni si trova di fronte a problemi di logica, di percezione e di decodifica impensabili per chi è cresciuto nella seconda metà del ventesimo secolo. Oggi un gioco originale di Super Mario allena a livelli di complessità e a sfide di intelligenza notevoli.
La scuola Pistelli di Roma nel progetto originale di Ghino Venturi. |
La complessa struttura logica di Super Mario 3d Land. |
Ermenegildo Pistelli, a cui è dedicata quella scuola, era uno strano tipo, un egittologo diventato prete e poi anche seguace del fascismo, di cui apprezzava l'aspetto, diciamo così, movimentista e anti-istituzionale. Non è che possiamo perdonarlo per questo, ma sull'educazione dei ragazzi doveva avere qualche esperienza. In un suo libro del 1927, Eroi, uomini e ragazzi, racconta di avere incontrato in gioventù, in una libreria fiorentina, Carlo Collodi. Con discreta sfrontatezza il giovane Pistelli chiese all'autore di Pinocchio ragione delle ultime due righe del libro, così insopportabilmente moralistiche (il burattino diventava "un ragazzino perbene"). E Collodi gli avrebbe risposto "sarà, ma io non mi ricordavo mica di averlo finito così". Pistelli sospettò che fosse stato l'editore ad aggiungere il pistolotto finale. E lo scrisse. Nel 1927. Hai capito 'sto Pistelli.
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