Bake Off Italia, con Benedetta Parodi (Magnolia per Realtime/Discovery Italia). |
L'uomo sulla luna (Rai, 1969). |
Cosa diavolo c'entra adesso la notte della Luna? C'entra, c'entra. Perché la perdita progressiva della liturgia televisiva è una delle peggiori conseguenze della lottizzazione della Rai: in questo trentennio i gruppi dirigenti sono stati selezionati sempre di più tra personale giornalistico e parapolitico senza gavetta televisiva e al di là delle effettive provenienze hanno avuto in comune una scarsa conoscenza e, peggio ancora, una scarsa considerazione degli aspetti "tecnici" del mezzo.
Le camere usate per Bake Off non sono le tradizionali telecamere da studio, sempre più in disuso nei programmi della nuova tv. |
Questa risposta naturalmente è vera. E allo stesso tempo è falsa.
Facciamo un esempio: Bake Off. Il programma funziona. Ma la mise en scène ha la sua importanza: le luci, la palette dei colori, le ottiche, la "pasta" delle riprese, la ridotta profondità di campo, il montaggio. Sì, perché i programmi migliori che escono dalle tv di tutto il mondo ormai sono programmi "montati", con molta post-produzione. Basta con la mistica della diretta tipica delle tv latine. La diretta serve se sta succedendo qualcosa di clamoroso, altrimenti molto meglio un programma curato nei ritmi, nella fotografia, nelle sottolineature musicali, nella grafica e nella regia.
Vedendo certi talk, certi telegiornali o certi programmi di daytime sembra invece di vedere un quotidiano o un settimanale mandati in stampa senza l'uso di impaginatori e art director. Ma la gente se ne accorge? Se ne accorge se può confrontare due stili, due proposte, due tipi di televisione. Se ne accorge di sicuro il pubblico giovane e centrale. Quello che i pubblicitari inseguono. Pensateci, ragazzi.
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