.Gigi Vesigna |
Dirigeva Tv Sorrisi e Canzoni da prima dell’avvento di Berlusconi, e lo guardava con la curiosità e l’attenzione verso di un Berlusconi di un sorprendente cane da tartufo. Lo rispettava ma, in fondo era convinto di saperla più lunga di lui. Alla registrazione di un programma per Canale 5 arrivò Vesigna con un libro in mano, un libro che – diceva a tutti - doveva assolutamente finire di leggere. Era “Il falo delle vanità” di Tom Wolfe. Erano così le leve di Tv Sorrisi e Canzoni, come anche la leggendaria Rosanna Mani: comandanti di una nave convinti – e spesso a ragione – di avere uno sguardo più lungo di tutti. Più lungo del ricco, che in quel caso si chiamava Berlusconi.
Vesigna è stato il campione di un genere guardato sempre con diffidenza in Italia: il giornalismo popolare, il grande rotocalco. Si inventò quella genialata del Telegatto,
Vesigna al Telegatto. |
Eppure la cultura di Tv Sorrisi e Canzoni non è mai riuscita a fondersi con quella storica del gruppo Mondadori, “la casa editrice che offrì agli italiani sia Topolino che Eugenio Montale”. Una mancanza che, alla fine, è stata il vero limite del berlusconismo.
Nessun commento:
Posta un commento