martedì 15 ottobre 2013

Come abbattere la Rai in 10 semplici lezioni

Fabio Fazio e Renato Brunetta a Che tempo che fa.
Volete abbattere definitivamente la Rai e non sapete come fare? Ecco un vademecum di semplice attuazione, già in uso presso diverse forze politiche e poteri vari.
1) Agitate con molta veemenza il tema dei compensi "alle star". Emettete gridolini di stupefazione, connessi a smorfie di scandalizzato disgusto, ogniqualvolta vi vengono comunicati i compensi (veri o presunti) dei conduttori televisivi della Rai. Evitate però accuratamente di citare i compensi dei loro omologhi Mediaset (e in qualche caso, anche della 7 e di Sky).
2) Paragonate i compensi delle suddette "star" non a quelli degli attori del cinema e dei calciatori (categorie, come si sa, intoccabili) ma a quelle di un precario (tipo quelli che usate nei vostri giornali a 10 euro a pezzo). Creerete così una efficace ventata di antipatia con l'obiettivo di minare la credibilità degli asset di una rete.
3) Riferite i compensi, medi, alti e altissimi, alle ore di messa in onda e non ai mesi di lavoro. Ad esempio: prendi tutti quei soldi per 3 ore alla settimana? (Anche se per realizzare quelle tre ore sono stati necessari mesi di impegno continuo).
Maurizio Crozza.

4) Fingete di non sapere che ogni polemica sui compensi alla Rai serve sostanzialmente per "calmierare il mercato " (trad. it.: far risparmiare soldi alla concorrenza).
5) Evitate di spiegare che in passato i personaggi televisivi tendevano comunque ad andare sulla Rai perché, a parità di compenso o anche a compenso inferiore, l'investimento della tv pubblica sulle altre voci accresceva il valore del prodotto (scenografie più belle, più tempo per provare i programmi, più cura di tutti gli aspetti della produzione). Tutte cose che con la crisi non si possono fare.
6) Date addosso, sempre, alle "produzioni esterne". Chiamandole "appalti", e dando l'idea che dietro c'è sempre la magagna. Non dite mai che le altre tv pubbliche europee, BBC in primis, danno all'esterno metà dei loro programmi e così risparmiano, mettono in sana competizione i gruppi creativi interni ed esterni e fanno lavorare i giovani.
7) Dite "basta al teatrino della politica", ma nel frattempo sgomitate per gli spazi nei tg e nei talk show, dando così l'idea che la politica sia un interminabile caleidoscopio di chiacchiere per riempire i palinsesti tv a poco prezzo.
8) Se pensate che Crozza costi troppo, non dite "fatelo costare meno". Dite: anatema. Qualcuno vi sarà grato.
9) Ripetete che Fazio costa troppo, ma non svelate che il vostro sogno è che il servizio pubblico serva solo a mettere in campo la squadra primavera. Quando un giocatore diventerà bravo, passerà alla serie A (che a quel punto starà da un'altra parte). E comunque, non esagerate con la sperimentazione: meglio che la Rai non si rinnovi troppo.
10) Con l'altra mano, raccomandate un amico.

16 commenti:

  1. Da questo punto di vista il programma politico di Grillo è identico a quello di Berlusconi. Badate bene, non quello del Pdl e del M5S, mi riferisco proprio al programma politico personale dei due leader.

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  2. Solo il primo punto sarebbe da correggere: in Rai i soldi dei compensi sono soldi pubblici, non si possono paragonare ai corrispettivi delle TV private. Certo, anche questo è un non-argomento, ma è meglio non prestare il fianco al nemico, o almeno sapere dove potrebbe attaccare.

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    1. Certo, sono soldi pubblici come quelli che la rai incassa in pubblicità`. Se Fazio costa alla rai 5 MLN ma ne fa incassare di più di quanto costi nel complesso la sua trasmissione, si ottiene un RISPARMIO di danaro pubblico, non una spesa, come a personaggi del calibro di Brunetta e a i suoi seguaci come te piace affermare!
      Avevate il morbillo quando alle elementari hanno spiegato le addizioni e le sottrazioni?

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  3. D'accordo a metà. Aggiungerei che si finge di dimenticare che in Rai non ci entri neanche morto, non importa quanto sei bravo, a meno che non hai santi in paradiso. E questo è molto più vero che in altre aziende, e saremmo ipocriti a negarlo.
    E che la storia della tv è piena di programmi di successo condotti da gente mediocre con stipendi da serie A e che questo non mi pare un valido metro di giudizio. Anche Sebastiano Rossi ha fatto guadagnare tanto al Milan: questo lo rende un grande giocatore? Andiamo...

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    1. ti sbagli... io ho fatto un concorso e sono entrato... come migliaia di persone che lo hanno fatto e che lo stanno facendo....

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  4. ma che è.. la pagina delle asinerie?

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  5. Totalmente d'accordo su tutti i punti, dovresti inviarlo al Corriere in risposta all'articolo di Grasso di oggi.

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  6. Concordo abbastanza su tutto, ma il punto 6 siamo sulla pura fantascienza! i programmi si acquistano da apposite case di produzione che fanno questo per vivere, ed anche le produzioni esecutive delle emittenti vengono fatte da case di produzione esterne perchè specializzate in determinati tipi di lavori ed ottimizzate per farli, così costano di meno, ma soprattutto in Italia costano di meno perchè limano sul costo del personale e l'emittente riesce più facilmente a raggirare i controlli su inquadramenti, minimi salariali e obblighi contributivi neri confronti della sola voce su cui è possibile fare cassa: i tecnici, le maestranze... guardate un docureality italiano, ci sarà sicuramente un regista-operatore-direttore della fotografia (tre professionalità in una persona) a volte un fonico, niente assistenti o macchinisti... etc. etc. altro che mettere in sana competizione i gruppi creativi interni ed esterni e far lavorare i giovani: guerra e sfruttamento dei poveri !

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  7. Bisogna guardare all'equilibrio economico di ogni Rete. Rai3 ha mission (pseudoculturale); ciò significa che le sue trasmissioni - salvo Fazio e Litizzetto - sono fisiologicamente ED INCOMPRIMIBILMENTE in perdita. Se quei due possono salvare il conto economico di rete, ben venga il loro emolumento. Ma qui sta il punto; Fazio & C. si autopagano, hanno anche un certo margine di utile, ma non basta e la Rete è in perdita. Ciò significa che - se gli altri costi sono incomprimibili (e lo sono) - quei due devono rendere di più, OPPURE COSTARE MENO. E' una regola di sana amministrazione. La7 ha rischiato di fallire proprio perchè accanto alle vedettes (Lerner, Mentana, Santoro, Gruber & C.) che sono costose e garantiscono solo 'un certo' audience, ha programmi che nessuno vuole vedere e che ospitano poca pubblicità e a basso costo. Rai3 dovrebbe essere meglio gestita e lasciar da parte la politica, come dovrebbe fare qualunque attività gestita con i soldi nostri.

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  8. E non facciamo paragoni fra RAI e Mediaset. La seconda è privata e può fare ciò che vuole perchè gestisce solo i soldi suoi, e non miei. RAI incassa la pubblicità (come Mediaset), ma ci ruba anche un canone salato sul cui utilizzo dovrebbe rispondere a tutti. Mediaset chiude in attivo perchè ha quasi tutte le trasmissioni in attivo. Rai chiude in perdita perchè - malgrado incassi più che doppi rispetto a Mediaset - qualunque cosa in Rai costa tre volte più che in Mediaset; e i risultati sono eguali (schifezza, normalmente). Risanare la Rai ? Metterla in mutande ? Facile: serve una legge che proibisca alla TV di Stato di fare raccolta pubblicitaria (così da consentire di uscire dal monopolio Rai-Mediaset-La7) e licenziare metà dei cialtroni che lavorano in Rai. Ma non c'è la volontà !

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    1. Si vede dalle cazzate che scrivi che non capisci un cazzo!!
      Vatti a leggere i contributi che Mediaset si frega e si e fregata dallo Stato (e quindi da te) in questi anni. Sono serviti ad arricchire il suo padrone (si proprio lui, quello condannato per evasione fiscale).

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    2. Sei solo un solenne cafone ed ignorante. I contributi ai quali tu alludi sono quelli dati a tutti quelli che fanno editoria, primi fra tutti i giornali tanto cari ai partiti della sinistra. Il problema vero per cui non si possono sviluppare altre TV private generaliste in Italia è che qui si tollera che la raccolta pubblicitaria - che è scarsa, oggi più che mai - venga drenata da un carrozzone pubblico-partitico chiamato RAI (che già incassa il canone più alto del mondo). Probabilmente sei un dipendente RAI, raccomandato e mantenuto a sbafo dai miei soldi. Ciao.

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    3. Quindi non cianciare di mercato quando i privati usano illegalmente risorse non proprie e stanno a galla grazie ai sussidi. Non cianciare di mercato quando i concorrenti si contano sulle dita di mezza mano e uno di loro controlla quasi tutta la pubblicità italiana.

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    4. Caro Bokassa, anche tu parli accecato da odio ed ignoranza. I privati NON usano illegalmente risorse; glieli concede lo Stato !! E se i 'concorrenti' sono pochi è solo perchè lo strapotere RAI impedisce che nascano altri poli televisivi; infatti il problema non era che Mediaset avesse tre reti, come dimostrato dal fatto che - anche con l'introduzione del digitale - i poli generalisti son rimasti solo tre. Il problema vero è un mercato pubblicitario limitato. Per quello dico che il vero problema è la pubblicità in RAI che è l'unica che incassa un canone ! Se RAI rinunciasse alla pubblicità, ci sarebbe pluralità di voci televisive e forse non staremmo a parlare delle spettanze di Fazio & C.

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  9. Ma per cortesia...un po' di onestà, perchè si perde sempre il punto di vista di partenza, che la RAI è un servizio pubblico e che i soldi sono dei cittadini? Non si può e non si deve mai paragonare i compensi di una TV pubblica con quelli di una TV privata.

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    1. Hai ragione, ma non dobbiamo dimenticare che l'utile dovrebbe essere il fine di ambedue le strutture ... un ente pubblico - in quanto tale - non è destinato ad accumulare solo perdite a danno dei cittadini ! E visto che la qualità del prodotto è egualmente pessima (TV privata o pubblica che sia), da povero contribuente finisco col preferire chi non mi fa pagare il canone ! Se penso che con i miei soldi son pagati Nonno Libero & C. ..... meglio fare beneficenza agli istituti x cani abbandonati.

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