Ennio Morricone e Armando Trovajoli. |
C’è una sequenza dell’immenso Ieri oggi e domani in cui Sophia Loren riceve un passaggio
sull’autostrada da un distinto signore con la spyder. Quel distinto signore era
Armando Trovajoli.
Ho riscoperto Trovajoli tanti anni fa, quando i negozi di
dischi a Manhattan erano ancora dei rutilanti megastore. A Time Square scendevi
al gigantesco Tower Records e trovavi tutto quello che non riuscivi a trovare
nei negozi italiani (Amazon era di là da venire). E tra le musiche da film
scoprii dei curatissimi dischi di musiche di Trovajoli, quel Trovajoli che da
noi da decenni snobbavano, anche se aveva scritto cose di geometrica potenza.
Ristampa giapponese di un vinile di Trovajoli. |
Qualche anno dopo, per un programma culturale un po’
sperimentale di Raitre, Onda anomala
(così sperimentale che non si è fatto più) feci intervistare Nicola Piovani. Fu
molto efficace e chiaro, spiegava con semplicità cos’era un accordo in minore e
perché cambiava il senso a un pezzo, consentendogli di interpretare una
perdita, una sconfitta. Ecco: la musica di questi vent’anni nel cinema italiano
è stato quasi tutto un accordo in minore. La politica dei progressisti è stata
quasi tutta, metaforicamente, un accordo in minore. Il cinema d’autore italiano
è stato tutto un accordo in minore. Sento grandemente il bisogno di qualcuno
che torni a suonarci un’idea di cambiamento e di ripresa, a ricreare gli
accordi in maggiore con cui Armando Trovajoli trasmetteva l’energia di
un’Italia che “ce la poteva fare”. Ci serve un Trovajoli, ragazzi. (Dice: ma di
che ci stai parlando, Paolini? Di voi sto parlando).
Nessun commento:
Posta un commento