lunedì 4 marzo 2013

Ci manca un Trovajoli


Ennio Morricone e Armando Trovajoli.
C’è una sequenza dell’immenso Ieri oggi e domani in cui Sophia Loren riceve un passaggio sull’autostrada da un distinto signore con la spyder. Quel distinto signore era Armando Trovajoli.
Ho riscoperto Trovajoli tanti anni fa, quando i negozi di dischi a Manhattan erano ancora dei rutilanti megastore. A Time Square scendevi al gigantesco Tower Records e trovavi tutto quello che non riuscivi a trovare nei negozi italiani (Amazon era di là da venire). E tra le musiche da film scoprii dei curatissimi dischi di musiche di Trovajoli, quel Trovajoli che da noi da decenni snobbavano, anche se aveva scritto cose di geometrica potenza.

Ristampa giapponese
di un vinile di Trovajoli.
Qualche anno dopo, per un programma culturale un po’ sperimentale di Raitre, Onda anomala (così sperimentale che non si è fatto più) feci intervistare Nicola Piovani. Fu molto efficace e chiaro, spiegava con semplicità cos’era un accordo in minore e perché cambiava il senso a un pezzo, consentendogli di interpretare una perdita, una sconfitta. Ecco: la musica di questi vent’anni nel cinema italiano è stato quasi tutto un accordo in minore. La politica dei progressisti è stata quasi tutta, metaforicamente, un accordo in minore. Il cinema d’autore italiano è stato tutto un accordo in minore. Sento grandemente il bisogno di qualcuno che torni a suonarci un’idea di cambiamento e di ripresa, a ricreare gli accordi in maggiore con cui Armando Trovajoli trasmetteva l’energia di un’Italia che “ce la poteva fare”. Ci serve un Trovajoli, ragazzi. (Dice: ma di che ci stai parlando, Paolini? Di voi sto parlando).

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