Jeff Daniels in The Newsroom. |
Sarò l'ultimo a stupirmi del fatto che ieri Santoro, con il
porno-soft di Michelle Bonev ("Lesbo ad Arcore 1", cui immagino
seguirà "Lesbo ad Arcore 2" e infine "Lesbo ad Arcore, the
Reunion", con la riapparizione del mitico stalliere sotto forma di
ectoplasma) abbia raccolto quasi 3 milioni di telespettatori, mentre la prima
puntata del bellissimo e superpremiato The Newsroom abbia portato a casa un
misero 2%. (Anche, ma non solo, a causa di un doppiaggio , parafrasando il
ministro Cancellieri, inusuale). D'altronde un amico mi ha ricordato che lo
slogan della grande pay tv che prodotto la serie di Aaron Sorkin è "it's
not tv, it's HBO". E se non è tv tradizionale negli Stati Uniti,
figuriamoci in Italia.
Michele Santoro ascolta il racconto di Michelle Bonev (Servizio pubblico, La 7). |
Onore al merito per Raitre che ha tentato questa operazione
di svecchiamento (a Raitre non si perdona niente: quando manda in onda Chi l'ha
visto? tutti a dire che non si rinnova, quando manda Fazio costa troppo, quando
manda il bel drama di Sorkin è troppo alta, ecc.).
Ma il piatto forte della serata, ieri, rimaneva Santoro. Il
quale però, sia detto per inciso, non è più un evento: è un soldo asset.
Insomma, non fa il 20% con le succose rivelazioni di Michelle Bonev sui gusti
sessuali delle frequentatrici di Arcore. Fa un solido, roccioso 12%. Insomma, è
un genere televisivo di successo. E' l'equivalente tv di The Mousetrap di
Agatha Christie, che tenne le scene a Londra per 50 anni. Tutti sapevano chi
fosse l'assassino, ma andavano
ugualmente a gustarsi la rappresentazione. Che nel caso di Servizio
pubblico e del suo showrunner (il più bravo di tutti) affonda le radici
nell'antica tradizione del melò, e basa molto della sua esistenza sul villain più
acclamato, Silvio 'O Malamente, attorno al quale si esercita una rodata
compagnia di giro. Per questo gode di un pubblico fedele. Almeno finché 'O
Malamente, come Ridge di Beautiful, non si ritirerà dalle scene.
Il resto è informazione. Compreso Newsroom. Che barba, che
noia, avrebbe detto Sandra Mondaini.
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