domenica 10 novembre 2013

Cronkite e Kennedy: una lezione di giornalismo



Walter Cronkite ascolta gli aggiornamenti da un redattore fuori campo
durante la diretta della CBS sull'assassinio del presidente Kennedy.

50 anni fa John Kennedy veniva assassinato a Dallas e per la prima volta una tragedia politica si trasformava in uno shock mediatico. Mentre televisioni più "giovani", come la Rai dell'epoca, sospendevano le loro trasmissioni "in segno di lutto", la tv americana segnava con le dirette dell'evento (l'assassinio di Kennedy, raccontato a voce qualche minuto dopo, e l'assassinio di Oswald, ripreso in diretta dalle telecamere) il suo passaggio, drammatico, all'età adulta. Tutti citano, in questo caso, la telecronaca di Walter Cronkite, l'anchorman di CBS News, e del corrispondente da Dallas, Dan Rather. Ma pochi, almeno in Italia, l'hanno vista.
Il momento in cui Kennedy viene colpito,
da un fotogramma del filmato amatoriale di Zapruder.
E' il 1963, e mentre da noi le notizie vengono ancora lette da un annunciatore, la CBS decide di mandare in onda dalla redazione (la "newsroom", appunto) la cronaca, talvolta concitata ma sempre giornalisticamente tersa, di Cronkite. Dietro di lui (cinquant'anni fa!) un pool di giornalisti e producer che si affollano attorno alle telescriventi, passando foglietti, foto e documenti in diretta al conduttore del telegiornale. E' una lezione estrema. proprio perché seminale, di giornalismo televisivo, è uno di quei momenti che fanno comprendere perché le regole e la liturgia delle news americane rappresentino per la cultura televisiva statunitense qualcosa di più di una citazione retorica o del plot di una serie tv.

La storia dell'assassinio di Kennedy verrà rivissuta anche con il film Parkland (dal nome dell'ospedale di Dallas dove Kennedy venne ricoverato), che andrà in onda il 22 novembre su RaiTre (perché non è stato ritenuto degno di una distribuzione nelle sale? Mistero. Comunque credo sia un buon film, e fa bene RaiTre a mandarlo).

John Kennedy intervistato da Walter Cronkite.
Ma vedere spezzoni più ampi della diretta, oltre la breve clip che è rimasta famosa (quella in cui Cronkite si toglie gli occhiali e dà la notizia "apparently official" della morte di Kennedy, per poi fermarsi un attimo a deglutire) consente di notare molte altre cose: dal modo di lavorare della CBS in quei frenetici momenti allo stato d'animo della città di Dallas, raccontato live (il cameriere afro-americano che si asciuga le lacrime con uno straccio mentre tutti gli invitati al party che non avrà mai luogo sembrano impietriti), fino alle difficoltà tecniche (una sola camera a disposizione di Cronkite, tanto che quando gli porteranno una foto dell'auto di Kennedy il cameraman sarà costretto a zoomare goffamente per farla vedere). E la presenza robusta, invece, di un giornalismo di serie A. Quello che già qualche anno prima, sempre sugli schermi della CBS, aveva avuto per protagonista Edgar Murrow, un altro grande pioniere della televisione.

La prima notizia viene data da CBS interrompendo la soap più famosa del periodo, As The World Turns.


Più tardi, quando tutte le emittenti locali legate  al network sono in grado di offrire la linea per la straordinaria, va in onda Cronkite dalla redazione.


La telecronaca continua, con collegamernti con Dallas, dove il corrispondente è un giovanissimo Dan Rather, che più tardi sostituirà Cronkite alla guida del telegiornale più rispettato d'America, il CBS Evening News.
Arrivano le prime voci sulla morte di Kennedy al Parkland Hospital, ma Cronkite le fornisce con cautela.


Mentre continuano gli aggiornamenti arriva la conferma ufficiale della morte di Kennedy. Si nota chiaramente il redattore alle spalle di Cronkite che strappa il flash d'agenzia dal foglio continuo della telescrivente. Cronkite dà la notizia definitiva in maniera secca e precisa. Poi si ferma commosso. Ma riprende subito il suo lavoro di cronista.


Ha scritto Walter Cronkite nelle sue memorie: "Mi figuro l'industria televisiva come un grande palazzo dedicato al business dell'intrattenimento. Il giornalismo è in una dépendance a fianco. Nella porta che li collega c'è un enorme aspirapolvere che è in azione ventiquattr'ore al giorno, e che cerca di risucchiare nel palazzo più grande chiunque si avvicini troppo".

Nota: Le sequenze, che riporto come strumento di studio in base alla legge americana sul fair use, provengono dal vidigrafo (Kinescope) della CBS, ma sono considerate di pubblico dominio e come tali sono postate su Youtube.

N.B.: Chi legge il blog da dispositivi iOs (iPhone, iPad) non può vedere i video per un problema legato alla piattaforma Blogger di Google. Mi dispiace. Su Pc e Mac i filmati sono visualizzati correttamente.











1 commento:

  1. Grande post, condivido appieno la riflessione. Ogni tanto fa bene ricordare esempi di giornalismo di serie A, perché non ce ne sono più tanti. Saluti e complimenti!

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