mercoledì 20 novembre 2013

Diane, l'ultima testimone dell'epoca disneyana

Diane Disney Miller (1933-2013).
Un mese prima di compiere ottant'anni è morta Diane Disney, coniugata Miller, l'unica figlia biologica di Walt Disney. Diane è stata l'orgogliosa e loquace testimone di quel pezzo fondamentale (e ancora incompreso) del Novecento americano che è stata, appunto, la fabbrica Disney. Della sua cultura, della sua creatività, delle sue radici e anche della sua controversa eredità. Diane Disney è anche stata la promotrice, qualche anno fa, del Walt Disney Family Museum di San Francisco, un luogo fondamentale per comprendere la cultura di massa americana.
Diane assieme alla sorella adottata,
Sharon Mae. che morì nel 1993.
Poiché le biblioteche sono piene di biografie di Walt Disney, ma poco di quello che è stato scritto ha veramente senso, direi che Diane Disney è stata la preziosa conservatrice di una vicenda storica che costituisce l'ultima vera connection tra l'America di oggi e un'America che non c'è più, ma che avevamo imparato, forse ingenuamente, ad amare. 
Narrano i biografi che per Walter Elias Disney quella figlia fosse una cartina al tornasole: un amato contatto con i sogni e di desideri dello sterminato pubblico a cui Disney si rivolgeva. Negli anni cinquanta del ventesimo secolo a quel pubblico non bastavano più le storie: aveva bisogno di un mondo, che desse una sistemata a tutte le angosce e a tutti i traumi di passaggio della generazione che aveva vissuto la guerra. E quel mondo fu Disneyland
Walt, ricordiamolo per l'ennesima volta, non era un uomo d'affari. Quello dei conti era il fratello. Walt Disney era un intuitivo e un sognatore. Con grandi convinzioni e grandi, diciamo così, ingenuità. Anche se il termine non è quello giusto. Si sa che ingenuity, nell'accezione angloamericana, è un termine intraducibile nella nostra lingua. Diane ci aveva aiutato a comprenderlo un po' meglio.


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