Percentuale di persone che usano un secondo schermo mentre guardano la tv (dati Usa, fonte 2nd Screen Society). |
Il secondo schermo avanza a passi da gigante. Il second screen, per chi ancora non lo
sapesse, è il tablet o il telefonino smart utilizzato mentre guardi la tv o per
guardare la tv. Insomma, sia come companion
per commentare, condividere e interagire con il programma televisivo, sia come strumento
alternativo al televisore di casa per vedere un programma anche nel proprio
soggiorno.
Secondo i dati presentati l'altroieri al CES, la fiera di Las Vegas
dell’elettronica consumer, questo mercato vale oggi 490 milioni di dollari, ma
le proiezioni a 5 anni stimano uno sviluppo fino a 5,9 miliardi di dollari
entro il 2017.
Tutte le realtà di mercato interessate al Second Screen. |
"Con 35 milioni di applicazioni vendute durante la
stagione estiva nel 2012 e circa il 40% di tutti i telespettatori [americani] che
rafforzano l'esperienza tv utilizzando un secondo schermo, questa è chiaramente
la tendenza del 2013", ha detto ieri nella sua relazione al CES Chuck
Parker, presidente della società Second Screen.
Non si parla solo di Twitter o di Facebook, ovviamente. Il
riferimento è alle ormai centinaia di applicazioni utilizzate per scoprire,
valorizzare, ampliare e condividere l’esperienza televisiva.
Naturalmente questo trend spinge le grandi aziende
dell’hardware elettronico a sviluppare nuove applicazioni per il Second Screen (un
esempio è SmartGlass dell’XBox, che Microsoft sta lanciando sul mercato con
questa motivazione: “Il tuo telefono o tablet si trasforma in un secondo
schermo, compagno ideale del televisore poiché fornisce automaticamente un
ampliamento dell'esperienza dei programmi TV, dei film, della musica, dei
giochi e degli sport che preferisci”).
Smart Glass di Microsoft. |
In pratica, il consumatore, soprattutto il consumatore
giovane, nonostante la crisi, cerca sempre di più due cose: un televisore a LED
sempre più grande e un secondo
schermo sempre più a portata di tasca, e vuole che i due apparecchi
interagiscano, gli consentano di portarsi dietro l’esperienza di visione e di
commentare e condividere con la community la sua esperienza.
Non a caso l’altra faccia della medaglia è l’ingresso sul
mercato di megaschermi da 65, 70 e 80 pollici a prezzi molto più bassi rispetto
al passato (2500 euro per un televisore grande quasi come una parete è sicuramente un prezzo non alla portata di una famiglia media
ma rappresenta un’offerta molto interessante per chi ha i soldi per comperare un
videoproiettore, non devi più oscurare casa per utilizzarlo e vedi anche
meglio).
In realtà i prezzi dei pannelli continueranno a scendere, il
futuro è del 4K e tra poco chi non trasmette in HD verrà penalizzato almeno
nelle case delle famiglie giovani, visto che le aziende ormai producono
soltanto televisori full hd.
Sky Go. |
Appena la banda larga sarà qualcosa di più di una falsa
promessa sbarcheranno in forze anche in Italia Hulu, Netflix e Amazon Prime,
mentre Sky Italia con Sky Go riesce già a proporre molti canali live più molti
prodotti on demand utilizzando la tecnologia del download progressivo. Un
tentativo che sta facendo anche Mediaset (ma con una voce più flebile proprio
verso il segmento di mercato più alto, nel quale ha perso terreno non solo per la
presenza di Sky ma anche per una certa afasia nella capacità di innovare il
prodotto e il brand). E vedremo cosa farà Apple.
Insomma, sta nascendo un nuovo ecosistema, in cui, a
differenza delle previsioni di qualche anno fa, televisore del
salotto e device portatili, figli dei computer, stanno trovando un modo per
interagire.
Per il mondo della tv la formula è ormai chiara: chi vuole sopravvivere
alla crisi e prosperare in futuro dev’essere presente dovunque, su qualunque
piattaforma, con qualunque mezzo di ricezione e di consumo. E deve pensare al
suo palinsesto e ai suoi prodotti come a una casa di vetro. Ma soprattutto come qualcosa che abbia un preciso e
riconoscibile brand.
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