martedì 25 giugno 2013

Film a casa, subito: impariamo dai coreani

Django Unchained è uno dei film che sono stati distribuiti in VOD (pay-per-view)  nella Corea del Sud
mentre erano ancora nelle sale.
Secondo il Wall Street Journal in questi mesi Disney e Sony in Corea del Sud hanno sperimentato la distribuzione in pay per view di alcuni blockbuster cinematografici mentre i film erano ancora nella sale. Si tratta di Django Unchained e dei disneyani Ralph e Brave. E' la prima volta che accade (quando ci hanno provato negli Stati Uniti, gli esercenti li hanno inseguiti brandendo l'accetta). E' vero che se girate per Seul troverete veri e propri negozi che vendono dvd taroccati di qualunque cosa, quindi il rischio per le due major è minimo (al massimo si fanno qualche soldo in più da un mercato che è già micidiale per la proprietà intellettuale). Però la notizia riapre l'annosa discussione tra produttori, distributori ed esercenti.
E cioè: davvero la prospettiva centrale dei prodotti cinematografici è la sala? Sì, lo sappiamo che l'home video è in crisi. ma è in crisi proprio perché i film arrivano in distribuzione quando anche l'ultimo amico dell'amico dell'amico nerd ti ha passato la chiavetta o il dvd con il film (o la serie tv) "torrentata" (o quando ti hanno girato l'indirizzo per vederla in streaming su un sito balengo). E non cominciamo con la litania che i film scaricati si vedono male, che scaricare illegalmente è un colpo al cuore per l'industria dell'intrattenimento, che è un furto per chi ci lavora, che il fascino del grande schermo bla bla bla. Sono tutte cose giuste, ma mi ricordano quello che voleva fermare il vento con le mani. La pirateria si sconfigge se mi date modo di vedere quello che voglio vedere, velocemente, a basso prezzo e dove pare a me.
Il noleggio Amazon negli Stati Uniti (4 dollari).
 "Ma senza distribuzione nelle sale il film non si fa l'aura che lo nobilita", ecc. Vero. E quindi? E quindi distribuitelo due settimane dopo. Sei mesi dopo è morto e sepolto. La grande sala? A parte il fatto che 1) tolti pochi titoli fortunati, la sala mentre guardate il film d'autore, l'opera prima o la commedia francese tanto carina è pressoché vuota. E che 2) spesso il film è proiettato in digitale, quindi un buon video proiettore o un televisore da 50 pollici sostituiscono degnamente "l'esperienza di visione". E che 3) la roba piratata si vede sempre meglio, grazie agli algoritmi di compressione sempre più efficienti...
A parte tutto questo: ma lo vogliamo capire che tra un po' nessuna istituzione scucirà più un euro per finanziare i film, alla faccia dell'"eccezione culturale"? Mica dico che sia giusto, eh. Dico che però bisogna prepararsi. Non è possibile che durante la crisi del '29 andassero tutti al cinema e durante questa crisi (che se la batte allegramente con la "Grande Depressione") siamo capaci solo di piangere sul destino cinico e baro che ci ha dato i film e la serie piratati gratuitamente sulla Rete. Facciamoli pagare. Sulle tv "smart", su un player apposito (perché la Rai, ad esempio, non ne fa uno ad hoc, centralizzato?), in pay per view e in streaming. Pochi, maledetti e subito. Ma sono sempre soldi. O volete aspettare che arrivino Hulu e Netflix? O Apple? O Amazon?

2 commenti:

  1. sarà colpa dell'eccezione culturale sicuramente ma come mai in francia i cinema sono pieni? ci vivo da anni e continuo a chiedermelo forse perchè il dibattito culturale non è così massivamente occupato a parlare di tv come fa lei qui e in italia tutti? cordiali saluti

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