domenica 25 novembre 2012

In morte di Gei Ar



Larry Hagman, J.R.Hewing di Dallas. Sullo sfondo, Southfork Ranch.

E’ morto J.R., e Sue Ellen era al suo capezzale. E’ morto a Dallas dopo il Thanksgiving e Linda Gray è stata vicina a lui, vicina a Larry Hagman fino alla fine, come ci racconta con molta puntualità Huffington Post.
In questi mesi succedono moltissime cose per rammentarci la fine di un’epoca. E’ come se la storia fosse diventata una maestrina pedante, che ci riempie di simbologie fin troppo evidenti. Il nuovo Dallas è stato un flop, almeno in Italia (anche se non era brutto come dicono) e oggi la quintessenza di quel mondo ci lascia.
Chi non ha vissuto gli anni del successo di Dallas (in Italia dal 1981, prima per qualche mese sulla Rai, poi l’arma decisiva per l’affermazione di Canale 5, assieme alla trasmigrazione di Mike Bongiorno e all’arrivo di Carlo Freccero) deve sapere alcune cose.
Milano 2.
Perché proprio oggi, nel giorno delle Primarie del Pd (il cui risultato magari spingerà Silvio Berlusconi a riproporsi all’elettorato, ma sarebbe come la serie reloaded di Dallas, appunto) è utile avere una nozione precisa di quel momento.
1. La chiave di tutto è a Milano 2. Se volete capire Dallas, ma anche Berlusconi, dovete andare a Milano 2 e girarla palmo a palmo come se andaste a visitare Pompei. Naturalmente Milano 2 è stata costruita prima del successo di Dallas, ma la sua storia si intreccia perfettamente con quella delle fortune di Dallas, della cultura di Dallas e del successo di Canale 5.
All’inizio degli anni ottanta l’ultima pagina del Giorno (quotidiano all’epoca modernissimo, l’unico che già stampava a colori e titolava all’americana) ospitava regolarmente la pubblicità di Milano 2, presentata con un claim che (vado a memoria) diceva più o meno così: “Un barbecue a Southfork Ranch? No, una serata a Milano 2”. E, sotto, un ilare gruppo di milanesi con sfondo di verde, laghetti e palazzi color mattone super-terrazzati. Per la nuova borghesia milanese, che usciva dai cupi anni di piombo, l’alternativa di questo centro residenziale con ampi spazi verdi, balconi abitabili, strade pedonali e parcheggi era irresistibile. 
Silvio Berlusconi negli anni Settanta.
Era a Segrate, ai confini con la provinciale Cassanese, ma Berlusconi ebbe il colpo di genio di chiamarlo Milano 2. I soldi per costruirlo probabilmente gli piovvero dal cielo, come racconta Nanni Moretti, ma tant’è. Milano 2 (con il suo sporting club, e chi aveva uno sporting negli anni ’70?) divenne davvero la Dallas degli italiani, o perlomeno la sua proiezione fantastica. Come ricorda benissimo Carlo Freccero, che viveva ai bordi del laghetto, nel residence (interni orrendi, sia chiaro) dei Cigni.
2. Il successo di Canale 5 (è meglio ricordarlo, perché un giorno anche questa crisi finirà e sarebbe il caso di imparare dall’esperienza) nasce da una fortissima domanda di intrattenimento e di identificazione con nuovi modelli affluenti che era impossibile ritrovare nella Rai di allora. Per una parte del Paese fu come dar da bere agli assetati, quelli che una volta si chiamavano gli “animal spirits” dell’economia di mercato (o dello sviluppo capitalistico, tanto il senso è lo stesso). J.R. era cattivo ma si arricchiva. “Arricchitevi!” è lo slogan che fu lanciato da Bucharin nella Russia sovietica per risollevarla dalla miseria degli anni post-rivoluzionari, lanciando la NEP, la nuova politica economica che prevedeva una spazio all’iniziativa privata. (E “Crescete, arricchitevi, investite. Se ci sono ostacoli li toglieremo di mezzo” fu il messaggio di D’Alema agli imprenditori nell’ormai lontano 1998. Oggi ci lecchiamo le ferite da un’idea messianica del mercato che pervase anche la sinistra alla fine del millennio, ma non dimentichiamoci che torneranno i tempi dello sviluppo, e bisognerà non soltanto governarlo ma anche promuoverlo). 
Milano2, il laghetto (artificiale) dei Cigni.

3. Milano2 è la chiave perché Canale 5 nacque come tv a circuito chiuso per gli abitanti di questo enorme condominio. Per non coprire i tetti di antiestetiche antenne, il segnale tv era stato centralizzato. A quel punto bastava una derivazione al cavo d’antenna e gli inquilini di Milano Due, oltre alle reti Rai avrebbero potuto ricevere un canale tutto loro. Così nacque Canale 58 (che era, appunto, il canale 58 della sintonizzazione analogica) e poi, da lì, Canale 5. Perché scegliendo film e cartoni per gli abitanti di Milano 2 Berlusconi ci aveva preso gusto, e aveva imparato rapidamente quali fossero i gusti degli italiani degli anni Ottanta. Li colse (Dallas per primo) e li trasformò in una koinè. E l’Italia divenne una grande Milano 2. O almeno ebbe l’illusione, per un tempo infinito, di esserlo davvero diventata.
4. Adesso le griglie per i barbecue restano, quasi sempre, ad arrugginire in cantina.

2 commenti:

  1. se non ricordo male la progressione del brand sia stata telemilano cavo, telemilano, telemilano58, canale58, canale5. minacciavano di espandersi da milanodue al quartiere feltre, ad un certo punto...

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  2. ops, manca un 'credo'. o c'è un 'sia' di troppo...

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