Gad Lerner nella celebre puntata de L'Infedele che ospitò la telefonata di Berlusconi. |
Qualche giorno fa la segreteria di redazione di Repubblica mi ha girato cortesemente l'email di un lettore che criticava un mio pezzo, dedicato ai conduttori dei talk show e pubblicato dal Venerdì. La riporto espungendo la firma, per ragioni di privacy visto che missiva era indirizzata al giornale.
Buongiorno Direttore,
sono un cittadino italiano e mi chiamo Renato *.
La disturbo per un articolo a firma di Gregorio Paolini, apparso sul Venerdì di Repubblica il giorno 9 c.m.
Scrivo a proposito delle cosiddette “pagelle” date ai conduttori di trasmissioni televisive.
Rilevo che a Gad Lerner,dapprima il signor Paolini si esercita in forma mielosa sui punti di forza, poi evidentemente per ultimo la “stangata” nei punti di debolezza.
Il signor Paolini dà un giudizio a Gad Lerner inferiore ad altri “esaminati”; la giustificazione “ama la musica classica”.
Orbene io che amo la MUSICA CLASSICA e non solo mi sento (uso un termine dolce) infastidito, forse il signor Paolini dimentica che la musica in generale è CULTURA.
Magari da noi ci fosse “EL SISTEMA”!!!!
Da ultimo mi pare del tutto fuori luogo, cito testualmente, “... se fosse una signora della buona società avrebbe l’abbonamento al turno C della Scala”.
Come se fosse degradante il fatto di avere l’abbonamento alla Scala al turno C.
Forse il signor Paolini non frequenta la Scala e neppure la CULTURA.
La ringrazio per l’attenzione ed anche per gli articoli di natura culturale presenti su La Repubblica, Il Venerdì di Repubblica e su D.
Renato *
Francesco De Angelis (violino) e Roberto Paruzzo (piano) si esibiscono nel corso di una puntata de l'Infedele. |
Con tutto il rispetto per l'opinione del signor Renato, il suo intervento mi sembra indicativo di un modo di pensare molto diffuso nel nostro Paese tra i lettori progressisti (e non solo tra i lettori): il rifiuto di distinguere tra giudizio di fatto e giudizio di valore. Ho sempre avuto molta stima per Gad Lerner e credo che il suo stile di conduzione e la sua struttura di programma, da Milano, Italia a oggi, siano -come dire?- più europei rispetto a quelli che fanno leva sui meccanismi del melò e dell’orazione civile. Ma tant’è: nella presente situazione, nella marea montante dell’antipolitica e dei vari populismi (causati negli orrori della gestione quotidiana della Seconda Repubblica) un programma come il suo fa più fatica a farsi sentire. E’ un fatto? E’ un fatto, basta guardare i dati Auditel.
Parliamo pure di musica classica. Mi permetto di farlo perché chi mi conosce sa che sono, a mio modo, un melomane. Vivendo a Roma non posso abbonarmi alla Scala però ho l’abbonamento alla Stagione di Santa Cecilia (turno C, appunto). Nella mia libreria ci sono circa 1500 cd e altri 500 vinili di musica colta, con una predilezione per il Novecento e per la musica medioevale; le mie letture in ambito musicale le ho fatte e qualcosa, sull’argomento, credo di saperla. Così come so benissimo che mentre Lerner dà spazio al Quartetto d’archi o al Coro della Scala, tre giorni dopo Santoro darà spazio a Travaglio e a Luisella Costamagna. E porterà a casa un risultato a due cifre. E il lunedì stesso, su Retequattro, Paolo Del Debbio darà la stura, con indubbia abilità, alle proteste di chi non arriva in fondo al mese, facendo il doppio d’ascolto rispetto a Gad. Per non parlare di Paragone, trasformato ormai in rocchettaro re del nulla. Poi Lerner ha tutto il diritto di non essere corrivo e di difendere le sue scelte editoriali. Posso dirlo? O bisogna sempre fingere che la realtà ci dia ragione?
Volete sapere cosa guardo io il lunedì? Gad Lerner. E dove vado io il martedì? All’Auditorium a sentire Pappano. Ma il mondo, purtroppo, non gira attorno a me, e neanche attorno a Gad Lerner. Che ha tutta la mia imperitura stima.
e noi che ci siamo sempre fatti il culo per cercare le musiche... ma non ci potevi prestare qualche cd?
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