Ripropongo qui il pezzo pubblicato sul Venerdi di Repubblica del 9 novembre scorso. Ho espunto il gioco dei rating, anche perché ho verificato con mano che pochi riescono a distinguere tra rating e forecast (e quindi tra l'affidabilità attuale di mercato e la previsione a due anni, come dicono quelli che sanno).
Da
almeno un ventennio i nuovi leader (e gli slogan decisivi della politica)
nascono quasi sempre nei talk show politici della tv. Nel marasma in cui ci
troviamo, tra crisi economica, anda e
rianda di Berlusconi, scandali della casta
e conseguente successo del populismo in tutte le sue fragranze, i conduttori
del talk show saranno decisivi per fare emergere i nuovi, possibili
protagonisti: insomma, per fare il casting della Terza Repubblica. Non c’è solo
Santoro. Negli anni, la panchina degli scopritori di talenti politici si è
allargata: e dopo una fase interminabile di tentativi non riusciti, ora anche
il centro-destra ha due conduttori che fanno ascolto, Paolo Del Debbio e
Gianluigi Paragone. Entrambi capaci di gestire da destra l’antipolitica. Qualcosa
ci dice che l’irrefrenabile tentazione berlusconiana di far saltare il tavolo
(una pulsione che, come si è visto, Letta e Confalonieri fanno fatica ad
arginare) non sia venuta solo dall’osservazione del successo di Grillo ma anche
dallo studio di questi nuovi fenomeni televisivi. Perché ci sono due cose che
Silvio conosce bene. E la seconda è la televisione.
Ecco
un dossier riassuntivo.
Conduttore:
MICHELE SANTORO
Programma:
Servizio Pubblico
Rete:
La 7
Punti di forza: E’ il più bravo. Ha una visione personale ma lucida della situazione politica, il populismo non lo spaventa di certo. Ha molto carisma e tende a giocare con gli ospiti come il gatto col topo. Conosce a menadito le regole “tecniche” della tv. E’ molto esigente con i suoi collaboratori. E’ un drammaturgo, con tendenze al grande melodramma.
Punti di forza: E’ il più bravo. Ha una visione personale ma lucida della situazione politica, il populismo non lo spaventa di certo. Ha molto carisma e tende a giocare con gli ospiti come il gatto col topo. Conosce a menadito le regole “tecniche” della tv. E’ molto esigente con i suoi collaboratori. E’ un drammaturgo, con tendenze al grande melodramma.
Punti
deboli: E’ Michele Santoro: tende all’autoreferenzialità. Con il suo stile
nelle inchieste filmate ha fatto scuola, ma quando si sente sfidato o in esame
preferisce mettere tra parentesi l’orchestra e giocare da solista. Vive con un
certo imbarazzo i collaboratori con tendenze al primadonnismo.
Linguaggio
televisivo: Sostanzialmente lo stesso da Samarcanda
ad oggi. Gli innesti internettari sembrano la cravatta regalata a Natale su un
antico vestito di sartoria.
Collocazione
politica: santoriano. Starebbe con Grillo se Grillo lo seguisse (ma potrebbe
valere anche per Bersani).
Conduttore: GIOVANNI FLORIS
Programma: Ballarò
Punti di forza: Ha rubato la Terza Camera a Vespa. Riesce a mantenere un’idea di centralità al suo programma (e cioè: “di qui devi passare, sennò non sei nessuno”). Se Santoro sovrasta l’avversario, Floris è mezzala, e talvolta ala tornante. Modello: Gianni Rivera (inteso come calciatore). E’ una persona educata.
Punti deboli: Ha troppa condiscendenza verso i sondaggi e gli economisti. Vive Crozza come il primo invitato alla cena che mette in imbarazzo gli altri commensali. E’ una persona educata.
Linguaggio televisivo: Molto RaiTre.
Collocazione politica: Tendenza RaiTre.
Conduttore:
CORRADO FORMIGLI
Programma:
Piazza pulita
Rete:
La 7
Punti di forza: Ne sa più di quanto faccia credere. Ha insistito per il titolo “Piazza pulita” quando Giorgio Gori (il suo produttore, almeno fino a qualche mese fa) aveva ancora qualche dubbio. Sembrava l’alunno secchione senza lo smalto del Maestro, invece ha tirato fuori le unghie e si è difeso bene. E’ vissuto come “uno nuovo”.
Punti di forza: Ne sa più di quanto faccia credere. Ha insistito per il titolo “Piazza pulita” quando Giorgio Gori (il suo produttore, almeno fino a qualche mese fa) aveva ancora qualche dubbio. Sembrava l’alunno secchione senza lo smalto del Maestro, invece ha tirato fuori le unghie e si è difeso bene. E’ vissuto come “uno nuovo”.
Punti deboli: Non ha il
carisma e la velocità di Santoro. E’ più giornalista che drammaturgo. Imbrocca
il suo look una volta su dieci.
Linguaggio televisivo: è
partito dal modello santoriano ma nel tempo si è evoluto, rinnovando abbastanza
il linguaggio e il ritmo del talk politico. Ha collaboratori giovani ed è
permeabile ai nuovi stili della comunicazione.
Collocazione politica: Ha
l’atteggiamento politico dei trenta-quarantenni di sinistra: un grande punto
interrogativo sospeso sopra la testa.
Conduttore: ANDREA VIANELLO
Programma: Agorà
Rete: Raitre
Punti di forza: Sornione. Ha reinventato una fascia oraria che era quasi morta, almeno su Raitre. Giovialmente cinico, fa capire che non si aspetta nulla dai suoi intervistati. Nonostante ciò, riesce spesso a stanare gli ospiti sfidandoli ad essere uomini di mondo. Interpreta il disincantato uomo di sinistra che legge un sacco di giornali. E’ felice di non doversi più occupare di diritti del cittadino, argomento del quale non gliene fregava una mazza.
Punti deboli: E’ troppo conscio dei limiti dei suoi ospiti per farli rifulgere di luce propria. Dà l’idea di passare un sacco di tempo al telefono con gente che sa.
Linguaggio televisivo: Vianello e i suoi autori ne hanno inventate di molte, invecchiando di colpo i programmi concorrenti. Dalla canzone pop a mo’ di editoriale al “moviolone”. Si muove dentro twitter come un pesce nell’acqua.
Collocazione politica: abbastanza Pd.
Conduttore: PAOLO DEL DEBBIO
Programma: Quinta Colonna
Rete: Retequattro
Punti di forza: Intelligente, colto, furbo (è stato uno dei maître à penser della prima Forza Italia). Sposato con Gina Nieri, una delle vere menti politiche di Mediaset. Ha cavalcato tra i primi l’ondata della “destra indignata”: aveva ben chiaro in testa che oggi, alla telespettatrice di Retequattro puoi solo dire che sono tutti ladri, quelli del Pdl per primi (“ma anche tutti gli altri, capito?”). Linea: antipolitica, ma da “padre di famiglia”.
Punti di forza: Intelligente, colto, furbo (è stato uno dei maître à penser della prima Forza Italia). Sposato con Gina Nieri, una delle vere menti politiche di Mediaset. Ha cavalcato tra i primi l’ondata della “destra indignata”: aveva ben chiaro in testa che oggi, alla telespettatrice di Retequattro puoi solo dire che sono tutti ladri, quelli del Pdl per primi (“ma anche tutti gli altri, capito?”). Linea: antipolitica, ma da “padre di famiglia”.
Punti deboli: E’ un
professore. Abito, look e occhiali fanno temere l’interrogazione non
programmata. Sorride poco.
Collocazione politica: (Post)
berlusconiano.
Conduttore: BRUNO VESPA
Programma: Porta a porta
Rete: RaiUno
Punti di forza: Di solito è più informato dei leader politici che intervista. Nel caso del Pdl sembra spesso il membro interno della commissione d’esame che cerca di suggerire al candidato (però il più delle volte, rassegnato, rinuncia). Ha una solidissima redazione.
Punto debole: Vorrebbe fare di Berlusconi un democristiano, ma è come far marciare in parata un ballerino di tango. E’ troppo identificato con il suo cast storico e con le sue stagioni precedenti (sindrome del Bagaglino). Ma la cura a dosi massicce di nuove personalità politiche “giovani” rischia di tradursi in un massacro.
Linguaggio televisivo: Tradizionale, di buona fattura. Orientamento politico inserito abilmente (ma ormai sgamabile dal telespettatore tipo).
Collocazione politica: Se ci fosse ancora la Dc e quel benedetto uomo non si facesse tutti quei lifting, sarebbe tutto più semplice.
Conduttore: GAD LERNER
Programma: L’infedele
Rete: La7
Punti di forza: Parla spesso di cose serie. Riesce a rendere interessanti i professori. Ha spostato i riflettori su una Milano colta che l’ultimo ventennio ci aveva fatto dimenticare. Aborre il provincialismo.
Punti di forza: Parla spesso di cose serie. Riesce a rendere interessanti i professori. Ha spostato i riflettori su una Milano colta che l’ultimo ventennio ci aveva fatto dimenticare. Aborre il provincialismo.
Punti deboli: Ama la musica
classica e detesta le tattiche dell’ascolto televisivo. Le ha utilizzate con profitto solo in alcune puntate sul
“velinismo”: ma si è messo contro Antonio Ricci. Nasce di Lotta continua (tendenza dialogante), ma se fosse una signora della
buona società avrebbe l’abbonamento al turno C della Scala. E’ in difficoltà
con il populismo montante.
Collocazione
politica: Ah, se ci fosse Prodi.
Conduttore: GIANLUIGI
PARAGONE
Programma: L’ultima parola
Rete: Rai2
Punti di forza: E’ stato il primo conduttore di centro-destra a capire che doveva imbroccare con decisione la strada dell’antipolitica, a costo di scontentare un po’ di peones. Adesso che lo hanno copiato in molti è costretto a rincarare la dose. Nelle ultime puntate si è trasformato in un cantante rock con tanto di gruppo al seguito. Gli piace essere “re nel nulla” e sa che il nichilismo ha un grande futuro.
Punti di forza: E’ stato il primo conduttore di centro-destra a capire che doveva imbroccare con decisione la strada dell’antipolitica, a costo di scontentare un po’ di peones. Adesso che lo hanno copiato in molti è costretto a rincarare la dose. Nelle ultime puntate si è trasformato in un cantante rock con tanto di gruppo al seguito. Gli piace essere “re nel nulla” e sa che il nichilismo ha un grande futuro.
Punti deboli: Troppo folletto
o scheggia impazzita. Va bene mischiare le carte, ma lo spettatore di destra ha
diritto anche a qualche punto fermo. “Not Ready for Prime Time”, come dicono
gli americani. Non è ancora pronto per la prima serata. Ma un domani, chissà.
Collocazione politica: “Il
potere ci temono”. Insomma, era tutta
colpa dei poteri forti.
Ho trovato questo strano video online, forse può interessarle
RispondiEliminahttp://www.veoh.com/watch/v399289759A7gPCea