Cristina Parodi Live, su La7. |
Il nuovo Amministratore Delegato de La7, Marco Ghigliani, ha già cominciato a
sfrondare i rami (costosi) della sua rete. Come previsto anche qui già da un po'. Chi ne fa le spese è soprattutto il daytime, che è risultato
discrasico rispetto alla vocazione prevalente de La7, quella a ispirazione mentaniana:
un canale che fa della narrazione della realtà il suo atout. In parole povere,
sarà una all news di lusso, con molti talk e con la comicità in grado di
intercettare lo stesso pubblico (infatti il programma di Crozza si inserisce
perfettamente in questo schema. Probabilmente lo faranno costare un po’ meno,
ma quelli sono problemi loro).
In realtà tutto il palinsesto dovrà costare meno, perché i
soldi che arriveranno dalla pubblicità non saranno quelli favoleggiati l’anno scorso. Poi vedremo
se arriverà un compratore soddisfacente per Telecom, Cairo permettendo.
Marco Ghigliani, nuovo AD de La7. |
In questo scenario chi paga sono i programmi di
intrattenimento, come Cristina Parodi Live o G-Day. Programmi che difficilmente
avrebbero potuto intercettare il loro ideale pubblico su una rete che esplicita, dal tg di Mentana in poi, una precisa vocazione all’informazione. E che
quindi parla (secondo i dati Auditel disaggregati) ad un pubblico
centrale/maturo, prevalentemente maschile, ad alta scolarità. Insomma, cinquantenni che leggono i giornali. E le mogli? Le loro mogli a quell’ora si guardano Real Time, o Sky. (Poi ci sono quelle che invece
hanno grande interesse per l’informazione, ma a loro le vite dei reali o anche
l’ironia sul vintage della Cucciari non interessano).
I programmi di daytime de La7 –che è facile criticare in
base ai risultati d’ascolto- erano tutti più che dignitosi, sia come fattura
che come idee guida. Non è così facile dire che cosa avrebbe dovuto fare la
Parodi al posto del programma che ha fatto, onestamente. Forse il problema non
era tanto nel dettaglio ma proprio nella scelta editoriale e nel palinsesto.
Geppy Cucciari, un talento comico ancora sottoutilizzato. |
E quindi che fine farà l’intrattenimento? Qui è la seconda
notizia, finora abbastanza snobbata dai commentatori dei media. Molto arriverà
da un accordo con Sky. I passaggi in chiaro di molte produzioni del satellite (a
cominciare dal “telepanettone” Un Natale
coi fiocchi, con Gassman/Orlando) arriveranno direttamente su La7. Un vero
e proprio output deal che fa comodo a
tutti e due. E che traccia, a pensarci, una strada.
Perché adesso tutti a farsi l’abbuffata di talk politici e telegiornali - con lo showdown del Più Grande Spettacolo del Mondo il 10 gennaio (Berlusconi da Santoro, l’equivalente 2013 del Circo di Natale). Ma dopo il voto? Qualcosa mi dice che la gente non ne potrà più di domandarsi cosa passa per la testa di Beppe Pisanu e Andrea Riccardi, e bisognerà tornare a fare un po’ di televisione.
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