sabato 8 dicembre 2012

Lo Skyfall di Berlusconi. E Mediaset?



Berlusconi si ri-ri-ri-ri-ricandida. E le sue televisioni?
UPDATE: Il post meriterebbe un aggiornamento, ma l'aggiornamento stesso potrebbe risultare vecchio nel momento in cui venisse postato. Per cui rinuncio e aspetto. L'ultima è di Bruno Vespa il 13.12 alle ore 10: "Sono convinto che Berlusconi non si candiderà". Inter pocula.

Il dado è tratto: Silvio Berlusconi ritorna in campo. E, come diceva De Gaulle, “L’intendance suivra!”. Nella sua idea del mondo, ovviamente, ai primi posti delle salmerie ci sono le “sue” televisioni. A poco sono serviti i dubbi, gli appelli alla prudenza, le preoccupazioni per un’azienda che come Mediaset è quotata in borsa e si trova in una momento assai delicato della sua esistenza. L’idea del Cav è che sia meglio impegnare tutti, pancia a terra, per raccogliere più voti possibili (con l’obiettivo di essere comunque determinanti, anche se non vittoriosi, nella prossima legislatura) piuttosto che sganciare l’azienda televisiva dal destino politico, non necessariamente trionfale, del Fondatore per rinnovarne l’identità e la proposta editoriale.

Quanto questa scelta sia lungimirante saranno i prossimi mesi a decretarlo. Se è stato facile serrare le fila del suo malandato Pdl, sarà ancor più fisiologico che chi dipende in tutto e per tutto non possa che allinearsi. Magari a malincuore, magari con molti retropensieri, ma allinearsi.
Quinta colonna di Del Debbio potrebbe rappresentare
il mood della nuova campagna. Funzionerà?
La strategia di comunicazione che ha in mente il Cav è evidente, e l’abbiamo già scritto più volte sia qui che da altre parti: è un tono generale di protesta “indignata”, quello che abbiamo sentito evocare con efficacia a Quinta colonna. E che ha dato già risultati notevoli sotto il profilo dell’audience.
Ma quanto sarà efficace questa strategia di comunicazione oltre le colonne d’ercole del target tradizionale di Retequattro? E’ tutto da vedere, naturalmente. L’idea è di dire che “quelli là” (Monti, le tasse, la politica, le banche, la finanza, la burocrazia europea, l’euro) sono il contrario di “questi qua” (la fiducia nel futuro, la libertà d’azione, il benessere, il divertimento, la spensieratezza degli anni ottanta). E “noi”, cioé le truppe del Cav, “siamo questi qua”. Peccato che non si parli di marziani, ma di chi ha governato fino all’arrivo delle ambulanze sotto forma di governo tecnico.
Pier Silvio Berlusconi
e le preoccupazioni per Mediaset.
Passerà questo discorso? E’ bene sapere una cosa: Silvio Berlusconi ha della tv la stessa idea di Marco Travaglio. E cioè un’idea quantitativa della comunicazione. Più martello e più vendo, più martello e più voti prendo. Peccato che spesso non sia andata così. Nè a lui né alla sinistra.  Nel 1996 Berlusconi perse le elezioni pur avendo schierato le tv dalla sua parte. Nel 2001 la sinistra perse le elezioni pur avendo schierato la Rai dalla propria parte. Le cose sono più complesse di quanto appaiano. Bisognerebbe avere la pazienza di leggersi (o rileggersi) il bellissimo The Real Campaign di Jeff Greenfield, dedicato alla vittoria di Ronald Reagan nel 1980. Una vittoria che tutti definirono “mediatica”. Ma che fu in realtà una vittoria politica. 
Silvio Berlusconi è il primo ad essere convinto di avere vinto a man bassa, alla sua prima discesa in campo, nel 1994, per il fatto di avere tre televisioni. Ma in realtà vinse per il fatto di avere costruito tre televisioni, non per il fatto di averle usate. Tanti italiani videro in lui uno che le cose le sapeva fare. Ma quali sono i risultati reali che oggi il Fondatore di Mediaset può esibire? Ecco perché oggi è lecito preoccuparsi per i destini di questo Paese, e anche per i destini delle aziende fondate dal Cavaliere del Lavoro Silvio Berlusconi.

1 commento:

  1. E' significativo il dato d'ascolto dello speciale "Parla Silvio Berlusconi" 23:32-24:58 4,34% 441

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