giovedì 10 ottobre 2013

Radio Belva e la crisi del trash in tv

Radio Belva di Cruciani e Parenzo, su Retequattro.
Noi televisivi siamo presuntuosi e pigri. Quando ci siamo fatti un'idea del pubblico, facciamo fatica a cambiarla. Il pubblico televisivo, invece, non sarà migliorato ma si è certamente scaltrito. Certe operazioni sono carta conosciuta, le decodifica al volo. Non dimentichiamoci che siamo un popolo di CT della Nazionale e di Direttori di televisioni. Salite su un autobus e lo scoprirete.
Bambola Ramona e Fabio Canino
a Cronache Marziane (2004).
Sto parlando di Radio Belva. Se nel 2004 avessi messo assieme Sgarbi, Borghezio, Nannarella, la Parietti, un nazista e Paolo Villaggio, qualcuno avrebbe criticato, molti avrebbero seguito e qualcun altro avrebbe gridato al cult, al camp ecc. Ne so qualcosa perché ho fatto Cronache Marziane, quindi qui nessuno è verginello. (Anche se là si tentava qualche sottotesto, c'era più freschezza e Canino aveva una sua innata eleganza). Il punto è che oggi, anche se da qualche trovata sprizza
comunque una corrosiva intelligenza (come il fatto di mandare Emilio Fede in un circolo di Sel) questo tipo di prodotto viene sostanzialmente rifiutato dal pubblico televisivo. Sia dal pubblico popolare che da quello "colto". Non stanno più al gioco, ragazzi. E' successo anche alla breve esperienza di Parenzo su Raitre quest'estate. Il clima è cambiato. L'antipolitica magari se la prendono (il 3-4% di Paragone non è affatto un pessimo risultato- e può ancora salire). Col trash (anche divertente, in vari tratti) sono diventati selettivi. Gli italiani conoscono i meccanismi televisivi anche meglio di noi, perché guardano la tv più di noi. Sgarbi che urla "ti piscio in testa" non stupisce e non incuriosisce, dà solo fastidio. Conoscono la ricetta e non hanno tanta voglia di buttarla in caciara. Sono incazzati e impauriti. Hanno altre cose per la testa.
Tocca rivedere il ricettario, ragazzi.

2 commenti:

  1. Caro Gregorio, sono pienamente d'accordo con la tua analisi.
    Un "ex" collega.

    RispondiElimina
  2. Concordo anche io con la sua analisi ed aggiungo che pagare qualcuno per farsi insultare è come andare a troie per parlare. Solo dei cafoni lo possono ancora permettere.

    Massimo

    RispondiElimina