venerdì 15 febbraio 2013

Pubblicità: è dura ragazzi, ecco i dati Nielsen



Sono usciti gli ultimi dati della Nielsen (gennaio/dicembre 2012). E’ dura, ragazzi. “Il mercato della pubblicità chiude il suo peggiore anno degli ultimi 20 con una performance negativa del -14,3%, scendendo per la prima volta dal 2003 [...] sotto la soglia degli 8 miliardi di Euro a prezzi correnti”. In termini reali, secondo Nielsen, si torna praticamente ai livelli di oltre vent’anni fa, al 1991. Crollano tutti i mezzi: giornali, tv, affissioni. E il web? Il web sale del 5% ma, ragazzi, sono spiccioli. Con i soldi guadagnati in più dal web in pubblicità ci pagate al massimo tre fiction di Raiuno.
Tutti hanno tagliato: automobili (e te pareva), food, telefonici, abbigliamento. E’ salito solo il turismo grazie ai voli low cost e alla guerra ferrovie/Alitalia per la tratta d’oro Roma-Milano.
Il numero degli inserzionisti non è calato di molto (almeno quello), ma ciò che è calato sono i budget delle multinazionali del largo consumo, che hanno liberato molti soldi a favore dei Brics, dove gli investimenti sono, evidentemente, molto più remunerativi.


L'universo di riferimento è quello dei mezzi rilevati da Nielsen ad eccezione dei Quotidiani dove vengono utilizzati i dati FCP-ASSOQUOTIDIANI solo per le tipologie: Locale, Rubricata e Di Servizio e delle Radio dove vengono utilizzati i dati FCP-ASSORADIO solo per la tipologia Extra Tabellare. Le elaborazioni sono effettuate con il contributo di FCP - ASSOQUOTIDIANI e FCP - ASSOPERIODICI.
1 Per i dati di Stampa Commerciale Locale, Rubricata e Di Servizio la fonte è FCP-ASSOQUOTIDIANI 2 lI dato comprende le emittenti Generaliste, Digitali e Satellitari 3 Le elaborazioni sono effettuate con il contributo di FCP -ASSORADIO 4 CINEMA: Universo di riferimento non omogeneo
2012 The Nielsen Company All rights reserved.



E quindi? E quindi si taglierà. Ma non sarà sufficiente. Taglia, taglia, alla fine tagli anche il ramo su cui sei seduto. Bisogna anche riposizionare. Bene ha fatto Raiuno a fare un Festival un po’ più giovane di target (e smettetela di contare i milioni di teste, i milioni di teste ormai contano poco e niente, conta il profilo). Bene fa il gruppo Discovery con i suoi Realtime e DMax, che hanno aperto mercati nuovi. Ma sono gocce nel mare. I dati gennaio su gennaio (2013 su 2012, che già era un pianto) di Sipra e Publitalia segnano un pesante meno.
Si devono dare tutti una svegliata, Mediaset per prima. Se puntano tutto sulle fortune politiche del Fondatore avranno una grossa delusione (e mi sa che lo sanno benissimo, ma fra il dire e il fare...). Anche la 7, di cui lunedì sapremo (forse) i destini, deve decidere cosa fare da grande (quando le elezioni saranno finite e gli ascoltoni con i leader politici, le uniche star gratuite sul mercato, finiranno).
E’ peggio che in guerra. Ma vinceranno le idee nuove, non i tagliatori di professione. 

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