Spotify, il servizio di streaming musicale per abbonamento nato in Europa, è la vera sfida a iTunes e alla Apple. |
A fornirti La canzone
mononota di Elio o Scream & Shout
di will.i.am e Britney Spears son bravi tutti. Allora ho provato con qualcosa
di più difficile, tipo The Planets di
Gustav Holst: ne avevano otto esecuzioni diverse. Poi ho cercato La lontananza nostalgica utopica futura
di Luigi Nono. E c’era anche quella. Kilindini
Docks: tre versioni. D’accordo, Spotify, ti pagherò i 10 euro al mese per
avere con me, in streaming, tutta la musica che voglio. Sul pc, sul mac,
sul tablet e sul telefono. E’ qui che mi sono detto: ecco un altro terreno sul
quale Apple è seriamente minacciata. E se non cambia passo…
I concorrenti di Spotify. |
La libreria di iTunes è stata la grande invenzione che ha
sepolto gran parte dell’industria discografica e delle catene dei suoi
retailers (mettendo in crisi i vari Tower Records ecc. in America e Inghilterra
e qui Messaggerie e Ricordi). E dando una risposta alternativa allo scarico
abusivo di musica. Ma adesso anche quella formula sembra datata. iTunes è
basato sostanzialmente sul download dei brani. Scarichi una canzone e paghi un
euro scarso. Un euro è un micropagamento, la soglia sotto la quale non dai
importanza al valore del danaro. Ma quell’euro, sommato a tanti altri, fa una
bella somma. E soprattutto, un pezzo scaricato, anche legalmente, non è un
pezzo “di tua proprietà”. Non è come un cd o un vecchio disco di vinile. Non lo
lascerai ai tuoi eredi. Più probabilmente lo perderai nei meandri degli hard
disk, assieme alle migliaia di foto fatte con lo smartphone. Sì, puoi
riscaricarlo, puoi metterlo sul cloud e ritrovarlo lì chissà per quanto tempo.
Forse. Ma non è più “cosa tua”. Una volta che sei passato mentalmente dalla
proprietà di un bene al suo usufrutto hai già compiuto una rivoluzione mentale.
Dolorosa per i feticisti come me, che hanno collezionato per decenni libri e
dischi. Ma forse inevitabile. E tanto comoda.
iTunes Store nella versione 11.0. |
E allora, a quel punto, non è meglio lo streaming (se la
rete funziona)? Non è meglio portarsi dietro tutta la musica del mondo invece
della tua piccola parte? Non è meglio scambiare playlist invece che dischi o
chiavette di mp3? In più Spotify esce in iOs a 320kbyte, una qualità che, ascoltata con un medio impianto hifi, per non parlare delle spaventose
cuffiette degli smartphone, è indistinguibile da quella di un cd. E
soprattutto, hai a portata di mano tutta la musica del mondo. (No, non tutta, i
Beatles per ora non ci sono, mentre iTunes finalmente li ha avuti. Ma chi non
possiede un album dei Beatles? E gli accordi con le majors sono tuttora in
corso).
Il confronto tra i vari servizi di streaming e downloading secondo il britannico Which? (I prezzi sono in sterline). |
Avverrà la stessa cosa anche con il video? E’ solo questione
di tempo, arriveranno Hulu, Netflix e company. I dischi non scompariranno, i
dvd e bluray non scompariranno, così come non sono scomparsi i teatri d’opera.
Ma quanta gente va all’Opera?
P.S.: Come tutte le
applicazioni social, anche Spotify è
fantasticamente intrusiva. Oltre a consentirti di scambiare playlist ti informa
anche di quello che ascoltano gli amici. Leggo sulla barra a destra che in questo
momento (8.15 del mattino) Guia Soncini sta ascoltando l’ennesima canzone di
Guccini. E’ la community, bellezza.
Spotify è veramente fantastico e poi utilizza l'ogg vorbis che è senz'altro migliore dell'AAC usato da Apple, figuriamoci rispetto all'mp3. In futuro dovrebbe passare al suo successore OPUS ancora migliore!
RispondiEliminaBell'articolo informativo. Non riesco più a fare a meno di spotify, è troppo indispensabile. Itunes oramai lo uso solo per mettere le canzoni sull' Ipod/cell.
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