Super Mario Galaxy 2 (Nintendo, 2010). |
Memo per genitori disperati perché i loro bambini parlano solo di videogiochi e console, gli sfilano di mano iphone e ipad, trasformano il televisore del salotto in monitor per la Wii o l’Xbox o la P3: non riuscirete a fermare il vento con le mani (era questa la citazione?).
Consolatevi con i precedenti:
-vent’anni fa la televisione (“basta abbandonare i bambini
davanti alla tv!”)
-quarant’anni fa i fumetti (“basta abbandonare i bambini
alla lettura solitaria di questi giornalini diseducativi!”)
Adesso i fumetti contro i quali tuonavano gli editorialisti dei
giornali vengono distribuiti come supplementi degli stessi quotidiani, con l'allure di un reperto culturale
assimilabile al libro d’arte. Diabolik docet. I vecchi cartoni giapponesi e i
telefilm d’antan vengono sviscerati e studiati con la cura che si prestava ai
preraffaelliti. E fra dieci anni i codici sorgente di Super Mario saranno
l’argomento di dotte disquisizioni tecno-artistico-filologiche.
Grand Theft Auto 5, appena uscito in tutto il mondo per Playstation3 e X Box. |
Fate una cosa più semplice, cari genitori: stabilite un
tempo, una quantità di minuti da dedicare ogni giorno alla condivisione di
quell’esperienza con i vostri figli. E magari fategli fare qualche gioco
all’aperto, andando a litigare nelle assemblee di condominio che vietano ai
bambini l’uso dei cortili (esiste ancora il sostantivo cortile?). E compratevi
Grand Theft Auto 5. E’ molto meglio di qualunque film americano e vi permetterà
di parlare di qualcosa che interessa anche ai vostri figli. E di dialettizzarne la violenza e il sottotesto ironico.
E non stupitevi se preferiscono il tablet al plasma 50” o se
vedono i film sul computer: hanno sostituito il piacere della prossimità a
quello della socialità, non gli interessa il “cinema di casa”, perché non gli
interessa la sala se non per il 3d. Non gliene frega niente neanche del
surround, perché è roba per gente nata nel secolo scorso.
Non vogliono un’interazione sociale, come nella sala del
cinema. Vogliono un’interazione social.
In cui la condivisione non sia un’opportunità obiettiva, ma una scelta
soggettiva o un tasto virtuale da premere ("condividi?"). O due Nintendo da collegare in
bluetooth. E' un modo per difendersi.
E quando troverete l’appello allarmato
dell’educatore/educatrice contro i videogiochi ecc., ricordatevi che il corso
di scherma o di pallavolo o di vela può avere momenti noiosi, ma Super Mario
Galaxy 2 no.
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