martedì 10 settembre 2013

"La tv la guardo sul computer, il giorno dopo"


Girls, seconda stagione: è diminuito il pubblico di primo passaggio ed
aumentato quello che rivede il programma registrato o sulle piattaforme digitali.

Se lavorate in televisione è probabile che incontriate un sacco di gente che vi dice “non guardo la tv”. Non è una novità: sentivo la stessa frase già negli anni ottanta. Ma da un po’ di tempo sono aumentati quelli (soprattutto giovani, con case affittate da poco, ecc.) che aggiungono: in casa la tv non ce l’ho proprio.
Poi uno guarda i dati (e io tendo a credere abbastanza ai dati Auditel, per lo meno a quelli macro) e vede che i telespettatori non sono diminuiti, che i minuti davanti alla tv dell’italiano medio sono perfino aumentati rispetto all’anno scorso.  E allora?
Allora bisogna andare un po’ più a fondo. Quelli che dicono “la tv non ce l’ho proprio” se scavi e scavi aggiungono che “se un programma mi interessa me lo vedo/rivedo sul computer”. Che di solito è un laptop, una specie di coperta di Linus che fa tutt’uno con lo zainetto (per i maschi) e con la borsetta (o borsone) per le donne. Oppure un tablet.
Aumentano progressivamente gli spettatori della tv via laptop.
Gli americani, che sono velocissimi a categorizzare le tendenze, li chiamano da tempo  delayed viewers”. Dave Morgan, CEO di Simulmedia, una società che si occupa di mettere i Big Data al servizio del marketing televisivo, li dipinge così su Broadcasting & Cable: “Gli spettatori delayed tendono a lavorare fuori casa e ad avere bambini in età scolare. Guardano la tv via computer la mattina presto e la sera tardi”.
Uno dei problemi della programmazione televisiva, in questa nuova situazione, è dato dal fatto che se non guardi la tv “di flusso” non incontri neanche i promo che lanciano i nuovi programmi. Per cui nessuno te ne parlerà, e non andrai a cercarteli: a meno che i tuoi amici di facebook o i tuoi follower di twitter non li commentino a ripetizione, suscitando la tua curiosità.
Per una volta bisogna riconoscere che gli strumenti per la visione ritardata della tv in Italia sono abbastanza efficienti (rai.tv e via discorrendo) e guardare il concerto di Jovanotti il giorno dopo non è un problema complesso, anzi. La rilevazione di questo ascolto ritardato, avvenendo tramite IP, salta il campionamento dei meter e può essere calcolata con precisione millimetrica (il che creerà qualche problema, prima o poi, alla privacy, ma commercialmente è un’arma formidabile. Sarebbe ora che entrasse da subito nel computo). Ad esempio, per Jovanotti gli spettatori “ritardati”, perdonate la traduzione leterale, su rai.tv sono stati, finora, circa 160mila.
Jovanotti, oltre 160mila spettatori in più da rai.tv.
Negli Stati Uniti, ovviamente, la questione ha un’evidenza macroscopica: l’audience della prima puntata della seconda serie di Girls è scesa di 300mila spettatori rispetto alla prima dell’anno scorso, ma è aumentato l’ascolto ritardato. Secondo HBO, l’ascolto medio, sommando il primo passaggio sulla rete via cavo, le repliche, quelli che l’hanno vista registrata sui vari Tivo ecc., quelli che l’hanno seguita su HBO on demand e su HBO Go (tablet ecc.) arriva a 4,6 milioni di spettatori. E sempre secondo HBO il 27% dei risultati arrivano proprio da HBO on demand e da HBO Go
 (Fonte: Hollywood Reporter). E’ il dato più alto tra tutti programmi americani di quest’anno e riguarda, non a caso, un serie che ha un target molto generazionale.
Insomma, chi sono questi infedeli del video? Sono quelli che non rientrano nel grande numero dei telespettatori tradizionali (che sono rimasti vicini allo schermo di casa, semplicemente guardano meno di prima i primi sei canali e un po’ di più il resto dell’offerta digitale terrestre e satellitare).
E’ il classico pubblico che “non si conta, ma si pesa”. Popolazione attiva, giovani, trentenni, che vivono soprattutto nelle grandi città, che sono sensibili alle trasformazioni nei modi di consumare, che seguono le serie americane e inglesi, che escono la sera ecc. Insomma, una parte minoritaria della popolazione italiana (siamo un Paese di vecchi) ma centrale per il futuro, e anche per il presente, di questa martoriata nazione. Se fossi un network non li snobberei.

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