venerdì 15 giugno 2012

Fate vedere Aniene agli alieni



Il vero crimine televisivo di questi ultimi anni non è quello di aver tolto Luttazzi dagli schermi della tv pubblica, ma quello di non aver costretto militarmente Corrado Guzzanti a tornarci.
Aniene 2 è il più bel programma comico degli ultimi dieci anni.E non solo perché è il più intelligente, acuto, illuminante, sorprendente e creativo (memorabile il monologhino bipolare su Monti) ma perché sta all’engagement scolastico di altri membri della stessa famiglia come la Sinfonia 40 di Mozart sta alla La grotta di Trofonio di Salieri.
Perché Aniene 2, a suo modo, è un programma classico. Guzzanti è stato capace, dopo il diluvio di programmi e programmini di stand-up, dopo la babele di talk travestiti da comedy, di recuperare l’originalità migliore della comicità televisiva italiana (l’elemento parodistico, la sfumatura agrodolce, l’uso televisivo e non teatrale del mezzo). E nella sua classicità è riuscito però (merito anche, a occhio e croce, di una regia e di una produzione efficaci) ad usare in modo caldo e non legnoso le possibilità del greenback e del compositing, sorretto da una grafica tra le migliori mai viste negli ultimi anni in tv.
Guzzanti e Max Paiella nel Rambo di Aniene.
Guzzanti (Corrado) non racconta le idee, racconta l’Italia. Parla poco (una volta ogni due anni se va bene) ma ascolta molto. Ecco una cosa che i comici e gli autori, che tutti noi dobbiamo re-imparare. Quel mestiere che gli sceneggiatori della migliore commedia italiana sapevano fare: ascoltare l’Italia. Non per perdonarla, non per essere compassionevoli, ma per fare il loro mestiere. La freschezza dei testi di Guzzanti non viene da una pensosa rilettura degli editoriali di Repubblica (o magari delle lenzuolate del Fatto). I testi di Guzzanti (e Purgatori) vengono da un ascolto profondo del nostro Paese. E il Rambo di Guzzanti è una lapide definitiva sulla satira della Seconda Repubblica. Ecco la qualità televisiva, cari alieni buoni.
E questo non è un post di un critico, è il post di un fan. “Che cos’è lo spread signore? Non lo so figliolo, nessuno lo sa”. 

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