Bill Clinton alla Convention democratica di Charlotte, 2012. |
Volevo scrivere un post sul Kindle Fire, che sta per
arrivare anche in Italia (25 ottobre, credo). Il Kindle Fire, come tablet, è
davvero un killer product. Costa un’inezia rispetto all’iPad, ha molte delle
funzioni dell’iPad, è un po’ più piccolo (e infatti Apple sta per far uscire un
iPad mini per contrastarlo), e ci si leggono anche bene i libri (mi rendo conto
che quest’ultimo è un discorso di nicchia, ma insomma). Jeff Bezos per certi
versi è davvero il nuovo Steve Jobs: ha la follia, l’ingenuity e la caparbietà
di chi è in grado di costruire una cosa nuova. Sono contento di averlo fatto
intervistare nel 2000, quando tutti quelli che sanno mi spiegavano che Amazon
era una fetta della “bolla” tecnologica, e che presto Bezos sarebbe saltato in
aria con tutti i suoi libri. Invece lo zompo l’hanno fatto in tanti, ma lui è
ancora lì, mentre non si può dire lo stesso di Barnes&Noble.
Eva Longoria. |
Invece scriverò d’altro, e cioé della Convention Democratica
di Charlotte. In una vita precedente mi è capitato di occuparmi di queste questioni
(come sanno quelli che mi conoscono da più tempo), quindi qualche idea me la
sono fatta. E la prima è: ragazzi, allora so l’inglese! Sì perché se avete
provato ad ascoltare i discorsi (nell’ordine) di Michelle Obama, di Bill
Clinton (the king of comizianti) e
perfino di Eva Longoria e Scarlett Johansson, e avete una passabile
infarinatura di inglese, avrete capito tutto. Perché i democratici americani
sanno da molto tempo che bisogna parlare a tutti gli americani, buona parte dei
quali l’inglese non lo sa, perché come diceva quello, “americani non si nasce
ma si diventa”. L’unico leggermente più ostico è stato quel secchione di Barack
Obama. Ma è la croce che si portano dietro sempre i primi della classe.
Barack Obama. |
Ora, chi per avventura abbia letto, tanti anni fa, il
bellissimo saggio di Richard Hofstadter (Anti-Intellectualism
in American Life, 1964) sa che quello che noi chiamiamo, con inevitabile
sfumatura valoriale, il populismo, per gli americani è la consapevolezza di
vivere in una società di massa. E’ ovvio che con questa materia incandescente
ci si può comportare in vari modi, anche i più turpi. I democratici americani
sono riusciti, nel tempo, a trovare una chiave per parlare alla ggente (sì, con due g). E in questo Hollywood,
paradossalmente, li ha molto aiutati (l’Hollywood del cinema e delle serie tv),
perché ha offerto loro una nuova koiné, un linguaggio attraverso il quale
parlare dell’altra faccia dell’ideologia americana, quella appunto
rappresentata dal sogno democratico. E quando, aspettando lo speech notturno di
Obama, mi capita di imbattermi in una puntata di Piazza Pulita in cui il
rappresentante democratico (nel senso del pd) si chiama Boccia e non muove un
pallino, beh ecco che il discorso torna tutto.
Poiché già ricevo vari commenti sui social network vorrei chiarire: a me i populisti all'italiana fanno orrore. Ma non nascondiamoci dietro un dito, stigmatizzare il populismo non giustifica l'incapacità di parlare alla gente.
RispondiEliminaVerissimo, le parole sono importanti e come diceva Nanni Moretti "Chi pensa bene, parla bene" http://www.youtube.com/watch?v=qtP3FWRo6Ow
RispondiEliminaGreeat read thankyou
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