domenica 23 settembre 2012

Italia Loves Emilia, i discografici un po' meno

Lorenzo Jovanotti abbraccia Renato Zero durante il loro duetto
a Italia Loves Emilia, andato in onda sabato su Sky HD.
Sabato sera mi sono visto tutto il concertone per l’Emilia su Sky (dopo aver pagato, con soddisfazione, i dieci euro pro terremotati). Secondo me è stata una cosa importante, e non solo perché ha dato una mano agli emiliani - e questo sarebbe di per sé un motivo sufficiente. Ma perché è stato un esperimento del tutto nuovo per la televisione italiana. E come tutte le cose nuove, pone degli interrogativi.
1. Una cosa così importante come Italia Loves Emilia è andata in onda in tv solo per chi ha Sky a casa e la possibilità di accedere alla pay-per-view. La domanda banale è: perché non l’ha fatta la Rai, per qualche milione di persone? Dicono che alla Rai non l’hanno nemmeno proposta. Vabbé. Ma se fosse vero, c’è da rifletterci su. 
2. E’ stato il primo evento di questo tipo (correggetemi se sbaglio) proposto in pay-per-view, e secondo Sky (sto all’annuncio durante la diretta) ha raccolto 50.000 adesioni, quindi 500mila euro. Non è una cifra enorme ma non è neanche bassa, non solo perché 10 euro non sono pochissimi ma soprattutto perché il meccanismo del microacquisto non era così immediato come un one click (e quando le azioni da compiere per concludere un acquisto sono più di una la decisione di spesa dev’essere più convinta, dicono gli esperti). Quindi è una cosa che con altri eventi si potrà ripetere. Scusate se è poco.  Il concerto ha dimostrato che c’è lo spazio. 
3. Italia Loves Emilia è andato in onda solo in HD, come a definire un ambito linguistico in cui Sky si presenta pressoché da sola, “angel of the highest order”. E non perché la Rai non mandi in onda anche lei degli eventi in hd, ma perché quando lo fa non lo sa nessuno. E la trasmissione aveva un’ottima qualità tecnica, a parte qualche sbavatura sull’audio e sui ponti digitali, dovuta, probabilmente, alle poche prove effettuate. 
I pullman dei cantanti mentre vanno al concerto a Campovolo (foto scattate da Jovanotti
e postate su twitter).

4. Quelli che l’hanno visto hanno anche twittato molto. Si conferma sempre di più (non sono certo il primo a dirlo) che i social network e il “secondo schermo” sono il futuro della televisione intesa come broadcast, e cioé come programma visto da tante persone nello stesso momento.
5. Il concerto ha dimostrato che c’è un leader naturale, ancora non sfruttato quanto dovrebbe. Un leader non solo del mondo musicale, un leader generazionale vero. Naturalmente parlo di Lorenzo Cherubini Jovanotti. Che è il Benigni della generazione successiva, e in più ha una visione non provinciale delle cose, se non altro perché gira continuamente il mondo. Un leader vero, e cioé qualcuno in grado di generare entusiasmo, di unire sensibilità diverse e di dimostrare generosità (astenersi cinici blu almeno per stavolta, grazie).
6. Se non ho capito male, il concerto ha anche dimostrato di chi parliamo quando parliamo di discografici. Parliamo di gente che ha pensato fosse una furbata imporre a Sky un accordo capestro in base al quale parte delle esibizioni (e nel caso di Tiziano Ferro, gran parte dell’esibizione) andavano coperte dal talk (giustificabile quando si chiedevano soldi o si raccontavano episodi del dramma emiliano, molto meno per tutto il resto delle chiacchiere. E non è una critica a Cattelan e a Carolina Di Domenico, che se la sono cavata bene). 
Andrea Scrosati (Sky) spiega perché hanno accettato
le condizioni dei discografici.
 
7. Non dubito che anche qualche cantante si sia accodato a queste richieste dei discografici (update: o degli agenti, mi spiffera qualcuno). La loro idea del mercato e anche della difesa della proprietà intellettuale si spinge a ritenere che un utente medio sia in grado di registrare il segnale hd di Sky, superprotetto da una tecnologia a prova di bomba? O pensano che il loro prossimo bluray non avrebbe successo se nel frattempo escono i pezzotti in divx a bassa definizione? Secondo me bisogna comperar loro un biglietto per un giro del mondo, tanto per informarli che siamo da una dozzina d’anni nel nuovo millennio. O raccontar loro cosa ha fatto Louis C.K. negli Stati Uniti.
8. E comunque forza Emilia.





5 commenti:

  1. Infatti dovresti raccontarlo cosa ha fatto Louie (non Louis) C.K.

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    1. No la serie è Louie, ma lui si chiama Louis. Quindi è giusto

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  2. Io l'ho visto sulla tv di rtl... Molti talk, in alcuni casi troppi e ora capisco il motivo

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  3. è interessante che, il cantante probabilmente più scarso vocalmente, sia il Leader

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  4. Grande... hai scritto proprio ciò che ho pensato vedendo il concerto... e di discografici me ne intendo un poco... E' un classico non capire come gira il mondo... la loro poca lungimiranza ha ridotto la musica in Italia al lumicino...
    Un Saluto
    Luigi Calivà

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