venerdì 26 ottobre 2012

Michele e l'usato sicuro

Michele Santoro e Vauro dopo la prima puntata di Servizio Pubblico, su La7.

La prima puntata della nuova serie di Servizio pubblico, ospitata da La7, ha raccolto quasi il 13% dei telespettatori, un indubbio (e atteso) successo per la rete di Telecom. L'impressione è che Santoro abbia scelto di battere strade già conosciute piuttosto che avviarsi in insidiose sperimentazioni. Chi lascia la via vecchia per la nuova, ecc. Sarà una scelta giusta, nel lungo periodo? Ripropongo qui il post che ho pubblicato ieri sera sull'Huffington Post, a "urne aperte", e cioé prima dei risultati Auditel.


Domani Michele Santoro potrà essere soddisfatto degli ascolti. Ma è tutto usato sicuro. La prima puntata di Servizio pubblico in versione La7 si è sorretta interamente sul carisma di Santoro, sulla sua lucidità senatoriale (che gli consente di mettersi 'ncoppa, come direbbero a Napoli, agli interlocutori). Per il resto, a parte il talent dei leader - non pervenuto - e il liquid feedback, il grande autore del melodramma politico italiano si è basato più su pezzi di bravura che su qualche invenzione televisiva.
Michele Santoro è da sempre il Mozart del talk politico italiano. La sua assoluta conoscenza del pubblico televisivo, la sua totale padronanza del pentagramma politico gli hanno consentito di produrre, in tante occasioni, luminose invenzioni narrative, coloriture orchestrali e romanze indimenticabili. Ma il Santoro-Mozart di stasera era un po' il Mozart della Clemenza di Tito. Geniale la citazione dell'inno di Forza Italia nell'ouverture. Ma per il resto, la scrittura è sembrata un po' frettolosa.

Anzi, la prima parte dell'interminabile confronto a tra fra Renzi, Fini e Della Valle ha avuto momenti di inaspettata lentezza. Dopo le 23.15, all'inizio del terzo atto, c'è stato un cambio di passo, dall'andante all'allegro, grazie al mattinale di Travaglio e alle incursioni delle soliste (Luisella Costamagna in studio e Giulia Innocenzi all'inseguimento di Monti, come neanche il miglior Ballantini di Striscia la notizia. Mancavano solo le risate finte). La Costamagna ha sperimentato un nuovo genere, la domanda in apnea. L'obiettivo era quello di dimostrare che dietro il sorriso del nuovista Renzi ci fossero gli stessi peccati dell'ultrasessantenne D'Alema. Ma il meccanismo si è avviluppato in se stesso ed è finita lì.
Rispetto al "povero Formigli" (cit.) Michele può certamente contare su un ben maggiore carisma e una tagliente velocità tattica, ma a Piazza Pulita, pur basata sulla lezione del Maestro, vanno riconosciute alcune soluzioni e sonorità nuove (certi servizi, la scelta di certi ospiti, il ritmo generale).
Amadeus Santoro si è tenuto alla fine l'acuto che fa venir giù il teatro: in questo caso, l'intervista a Ruby. Preceduta dall'annuncio che nel suo personale talent dei politici (ma assomiglia più alle votazioni del GF, molto Endemol old style) il primo nominato era stato Alfano. Mentre Berlusconi anche stavolta aveva retto.
E' solo un'illusione, Michele. Silvio è tornato ad Arcore, ma quasi da privato cittadino. Le Ruby in dispensa sono quasi finite. Toccherà inventarsi qualcosa di nuovo, per reggere alla lunga.

UPDATE: Con la ridiscesa in campo di Berlusconi Michele Santoro potrà dormire sonni tranquilli, almeno dal punto di vista dell'audience. D'altronde, in questo Paese la realtà supera sempre la fantasia.

2 commenti:

  1. La Costamagna, oltre alle domande alabarda spaziale, ha anche un altro superpotere: far chiudere per fallimento alla prima edizione un nuovo programma, da lei condotto, di Raitre iniziando subito subito alla prima puntata con l'intervista più brutta della storia della tv (Carfagna).

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    1. Vabbè, la Costamagna ha anche fatto benissimo un programma come In Onda. Mi sa che la prima puntata è stata tutta attorno a Santoro, per riconquistarsi il pubblico generalista ex Raidue. Adesso magari lavoreranno sul format, e quindi anche sui servizi e sul ruolo dei collaboratori di Santoro.

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