martedì 22 maggio 2012

Mediaset: bye bye dtt



Marco Paolini, che è il direttore del marketing strategico di Mediaset e quindi è uno di quelli che a Cologno hanno l’occhio più lungo [no, non è mio parente] ha detto venerdi a Milano in un convegno che il digitale terrestre potrebbe essere già preistoria, mentre il futuro è nella connettività della rete.  Alla salute del mitico Mauro Masi, l'ex direttore generale della Rai che (ve lo ricordate?) rinunciò a 50 milioni di euro di Sky pur di rendere competitivo il famoso dtt. Adesso Masi scrive instant book e chi dirige le aziende fa i conti con la realtà.
Marco Paolini poi ha detto, secondo le agenzie,  che mentre prima il problema per Mediaset era il gruppo Murdoch, adesso le preoccupazioni si chiamano Google, Apple e Facebook.  Il punto, come ha ricordato anche lui, è che con la contrazione del mercato pubblicitario le risorse sono troppo ristrette per far vivere un sistema fatto di sette reti nazionali (di cui tre Mediaset) più un numero molto alto di canali digitali che da esse dipendono.  Quello che non ho capito (ma penso che sia un interrogativo anche a Cologno Monzese)  è quale sarà il nuovo modello di business. Peraltro, in una situazione in cui le future relazioni di Mediaset con la politica potranno comodamente definirsi “complicate”.
Mediaset potrà basarsi sempre e solo sulla pubblicità tradizionale? Con quali soldi si svilupperanno i nuovi prodotti? Cosa noleggerà il pubblico sulle nuove tv connesse, solo partite e serie americane? E in ogni caso, quali saranno i prodotti “premium” che generano valore?  Basterà l’Auditel o c’è da interrogarsi su altri metri di misura (la capacità di fare brand, di imporre prodotti innovativi, la web reputation ecc.)?  La risposta più banale potrebbe essere: “Ma con queste cose e non si mangia”. Ma poiché Marco Paolini non mi pare un uomo banale, so già che questa risposta non sarebbe la sua.

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