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Peter Jackson durante le riprese di The Hobbit. |
La cosa più interessante della settimana cinematografica non sono stati i
rumors sui film di Cannes (vedremo come sarà Reality, me ne dicono molto
bene, chissà). La notizia (almeno per me) più stimolante viene dagli Stati
Uniti: si tratta delle polemiche sul nuovo film di Peter Jackson, The Hobbit,
girato a 48 fotogrammi al secondo, una scansione raddoppiata rispetto al
solito. Il coro generale è il seguente: "effetto soap opera". Quello
che gli americani chiamano soap opera effect è in pratica l'effetto
"povero" dato da una ripresa troppo fluida, com'è quella
tradizionalmente televisiva, fatta di 50 campi al secondo (in America sono
addirittura 60, in omaggio alla frequenza elettrica di 60hz) rispetto al
maestoso incedere dei 24 fotogrammi del cinema.
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Il set di The Hobbit. |
Di che diavolo sto parlando? Sto parlando dell'effetto spiacevole e
indefinibile che proviamo quando rivediamo la scena che abbiamo amato in un
film, ripresa però di sguincio dalla telecamera che ha girato il dietro le
quinte. Tutto diventa banale, come dire? troppo vero per essere cinema.
D'altronde questo è sempre stato il problema della tv dai tempi degli
sceneggiati degli anni cinquanta e sessanta. Ho visto un pezzo di Roma città
aperta su un televisore con l'interpolazione a 100 hz e sembrava una
fiction di Chi l'ha visto. Un frame-rate raddoppiato rispetto al normale
può essere utile in alcune situazioni ma per il resto, mah, forse non ci siamo
abituati. Come dicono quelli di Studio Daily "c'è qualcosa di confortante
e di larger-than-life nell'effetto scattoso dei film tradizionali a 24
fotogrammi". Non è estremamente realistico ma non è questo il punto, anzi.
Al cinema, così come agli attori che lo interpretano, chiediamo di essere più affascinanti della realtà di ogni giorno, anche quando vogliono rappresentarla.
Anche nell'alta definizione non cerchiamo qualcosa che sia più vero, ma una storia più grande. Non a caso tutti i filmmaker indie e i videomaker cercano camere e ottiche con scarsa profondità di campo. Vogliamo qualcuno che ci racconti una bella storia, non qualcuno che ci faccia una lastra.
tutto molto giusto
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