domenica 6 maggio 2012

Perché le battute di Obama funzionano


Se vi guardate il discorso di Barack Obama ai corrispondenti alla Casa Bianca del 28 aprile scorso (in realtà è un party a cui partecipa tutta l'élite democratica, Hollywood compresa) vi potete rendere conto di alcune cose molto interessanti. La prima è che negli Stati Uniti il tempo della politica non è finito, e quindi tornerà anche da noi, trovando qualcuno a rappresentarla. La seconda è che tutto il party, intermezzi compresi, fa parte della "scripted television": si tratta cioé di una cosa a cui avranno lavorato fior di autori; la terza: anche se molto era scritto, Obama lo interpreta benissimo, è un vero "mastro di festa". Un leader (sorridente).
Donald Trump nel video che ha accompagnato il discorso di Obama.
Se leggete le battute sugli avversari, esterni (da Romney a Sara Palin, parlandone da viva) e interni (la Clinton beccata sulla festa a Carnagena) lo stile, absit iniuria verbis, può sembrare non molto distante da quello di Berlusconi. Ma con due sostanziali differenze (a parte i contenuti politici, ma qui posso sperare che il lettore dia per scontato che non sono così scemo da confondere i piani del discorso): 
1) Obama non è mai sguaiato, gli piace lavorare di fioretto, poi affonda;
2) Obama dialoga con le élites mediatiche, non vi si contrappone. (Molti dei rappresentanti di quella élite, compresa quella che viene dal web, sono anche fisicamente presenti seduti ai tavoli). Chiede a queste élites di farsi mediatrici della sua proposta politica. In cambio, fa capire che è dalla loro parte. Un "comune sentire", si sarebbe detto un tempo. Vi ricorda qualcosa?
Sbaglierò, ma mi sembra che nessuno degli ultimi presidenti e candidati presidenti democratici abbia avuto un filo diretto così efficace, un sync così perfetto con quel mondo, sia nella sua parte più tradizionale (il cinema), sia con quella più  "anni dieci" (web, blogger ecc.). Per non parlare della stampa e dei conduttori dei talk di seconda serata, o dei producer delle serie tv. D'altronde a Obama piace Homeland, quindi è uno che ci capisce, in tutti i sensi. Ragazzi, studiate Obama.
[Il testo del discorso lo trovate qui.]

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