lunedì 28 novembre 2011

Il Tg1 è ancora generalista?


Ieri il Tg1 ha fatto il 16% e ovviamente oggi tutti parlano del tracollo di Minzolini. Per serietà bisognerebbe aggiungere che non è il dato di ieri il più allarmante per il tg di Minzo. Ieri prima del Tg1 c’era, al posto dell’access prime time (elegante termine anglosassone che definisce il giochino cammellatore di pubblico verso i notiziari serali), mezz’ora di commenti post-formula 1 che avrebbero ammazzato un cavallo, e che hanno lasciato Minzo al 7%.
Il vero problema del Tg1 è semmai un altro: aver perso, grazie alla linea lexotan del suo direttore, la parte più significativa del pubblico attivo e anche dei leader d’opinione. Non che l'emorragia non fosse iniziata prima, ma in questo i dati di ieri in questo sono abbastanza impressionanti: due milioni di spettatori over 65 ma solo duecentomila persone  tra i 25 e i 34 anni; e il picco sul pubblico di istruzione elementare (23%). Mentre il Giornale e Libero le notizie comunque le danno, anche se poi le commentano da par loro, Minzolini ha scelto la linea del troncare/sopire. Con uno spettatore “immaginato” diverso dallo spettatore reale. (In questo modo anche i suoi “commenti” si riferiscono spesso a notizie che lui non ha dato. Come diceva il povero Lamberto Sechi “i fatti separati dalle opinioni”, ma senza i fatti).
E’ una linea efficace, anche solo propagandisticamente?  Ho capito che è ormai passata l’idea che su Raiuno la sera ci siano quelli che Boncompagni chiama i “telemorenti”, in gran parte vecchie signore che nulla sanno del mondo e che possono essere imbonite o meglio tenute all’oscuro dei fatti più spiacevoli, magari limitando a 40 secondi la storia di Ruby ecc.  Ma questo, oltre che un vulnus alla tradizione -governativa quanto si vuole ma anche istituzionale- del Tg1, dimostra la non conoscenza del veicolo. Il Tg1 è forte quando parla a tutti, magari lasciandoli scontenti ma offrendo comunque un’agenda di notizie notiziabili non troppo lontana da quella che può interessare la classe dirigente. E’ lo stesso problema di Raiuno: “generalista” non significa “per anziani”, generalista significa per tutti, o perlomeno per tutti quelli disponibili a un setting collettivo dell’agenda, o se preferite a una messa cantata. 

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