L’alta definizione e il 3D sono ancora vissuti dal ceto politico italiano e anche da una buona parte del management delle tv generaliste come una fissazione un po’ lunare, roba da geek. Ma la realtà è molto diversa. Si tratta di un problema industriale (e quindi anche politico) di stretta attualità.
Secondo la ricerca di Informa Telecoms & Media (https://commerce.informatm.com/reports/global-hdtv-6th-edition.html), un gruppo di ricerca inglese che fornisce previsioni a medio termine all’industria televisiva e dell’hardware (uno stringato riassunto si trova sul sito dell’Università La Sapienza http://www.comuniclab.it/80042/hdtv-previsioni-spettacolari), entro la fine del 2016 gran parte del pubblico televisivo sarà in grado di vedere programmi in alta definizione dal televisore di casa.
Sarà un definitivo switch-over all’HD (1080i) e nel frattempo l’industria sarà già avanti nella commercializzazione del 4K (l’ultra-alta definizione che in pratica rende il quadro televisivo indistinguibile, anche su grande schermo, rispetto a una ripresa in pellicola a 35mm).
Durante il 2011, inoltre, sempre secondo le rilevazioni dell’Informa Telecoms & Media, circa 34 milioni di households approderanno all’alta definizione, per cui saremo a 131 milioni di abitazioni. Che diventeranno circa 500 milioni nel 2016. E’ un passaggio simile a quello che avvenne negli anni ’70 tra il bianco e nero e il colore, o nel mondo della radio dalla modulazione di ampiezza (le famose “onde medie”) alla modulazione di frequenza.
Dal lato della produzione: sostanzialmente tutto ciò che viene prodotto oggi in definizione standard è già obsoleto (non parliamo neanche del prodotto in 4/3). Per cui va “a library” già deprezzato. Non è un problema per le fiction (o sono girate in pellicola o in HD, tranne casi estremi). Né è un problema per i talk (e chi mai se li riguarderà tra 5 anni?). Ma, ad esempio, è un problema per la library delle news e per tutto quanto concerne l’intrattenimento (per non parlare dello sport).
Intendiamoci, i broadcaster anche in Italia producono e archiviano molto materiale in HD anche se lo trasmettono convertito in definizione standard. Ma una parte importante della fabbrica televisiva italiana dev’essere ancora ristrutturata in HD (ancora si vedono troupe dei TG girare con delle pesanti e anacronistiche Betacam). Il ritardo tecnologico accumulato diventa più doloroso oggi visto che la crisi impedisce grossi investimenti, quindi chi è rimasto indietro fa fatica a risalire la corrente. Il gruppo Murdoch è stato il primo a rinnovare l’hardware e il primo a trasmettere un bouquet in HD a partire dalla Gran Bretagna (che non a caso è il Paese europeo più avanti da questo punto di vista, la ricerca di Informa Telecoms & Media prevede che nel 2016 il 72% dei telespettatori inglesi guarderà programmi in alta definizione). E la BBC è il broadcaster pubblico più aggiornato sull’HD.
Il 3D è più indietro per ragioni legate ai costi e anche allo scarso appeal della fruizione solo tramite occhialini dedicati. Anche se le soluzioni tecnologiche per un 3D senza occhialini sono già mature e stanno risolvendo il problema dei costi di produzione. Il ritardo a dire il vero è anche dovuto alla rapida diffusione del simil-3D (come quello che usa la 7 in un suo canale dedicato): in pratica si tratta di una serie di algoritmi che volendo si possono applicare anche in tempo reale per estrarre l’illusione del 3d da un’immagine tradizionale. E’ un simpatico trucchetto che purtroppo viene usato anche nel cinema, anche se con maggiore cura ma stufa subito e allontana i possibili consumatori.
Il punto di sostanza però è che, anche se in Italia l’HD non raggiunge ancora la maggioranza delle case, sicuramente raggiunge le case di famiglie giovani con figli, il pubblico urbano, affluente ecc., cioé quello più appetibile per gli investitori pubblicitari. Zia Pina non si accorge della differenza ed è felice del suo vecchio Mivar ma il nipote, una volta che ha visto Cars in HD (per non parlare dei videogiochi) snobberà ogni trasmissione in definizione standard.
Il digitale terrestre ha avuto un effetto collaterale curioso: spingendo alla sostituzione del parco televisori ha riempito le case dei nonni di vecchi scassoni donati con amore da figli e nipoti ma ha anche fatto occupare il posto d’onore nei salotti da display LCD o Plasma di qualità mediamente scadente, soprattutto dal lato della circuiteria elettronica e dei chip di conversione: detta semplice, su quei televisori comperati (“un affarone!” scegliendoli dai volantini di Trony & C.) l’alta definizione si vede bene e la definizione standard si vede molto male (molto peggio che sui vecchi tv a tubo). Perché? Perché convertire un’immagine SD significa gonfiarla, e se devi farlo in tempo reale il tuo televisore dev’essere in grado di fare dei complessi calcoli. Oppure rinunciare e fartela vedere una schifezza. E siccome il mercato dei tv è diventato un mercato basato sui prezzi la qualità intrinseca del prodotto è andata scemando sempre di più.
Il risultato di tutto questo: zia Pina non si pone il problema ( e se le regalate un LCD, visto che non cambia gli occhiali da qualche lustro, non si accorgerà neppure della differenza tra SD e HD) figli e nipoti invece se ne accorgono, eccome. Anche perché l’industria elettronica non commercializza più videocamere consumer che non siano HD. Quindi i primi vagiti del pupo saranno visti in HD da tutta la famiglia, mentre i bambini canterini di Raiuno saranno in definizione standard.
Questo aumenta il divario tra chi serve un pubblico televisivo anziano e chi un pubblico televisivo più centrale (soprattutto per gli interzionisti).
E qui casca l’asino. La Rai e Mediaset hanno un canale HD (e quando non mandano programmi “up-convertiti”, cioé programmi a definizione standard gonfiati in HD -un modo certo per allontanare il pubblico dall’alta definizione- trasmettono con una qualità anche più alta di quella di Sky perché usano una banda più estesa). Ma, per l’appunto, è una questione di spazio: mentre su un Mux si possono affollare vari canali digitali in definizione standard (spesso talmente compressi da sembrare un vecchio video di Youtube) oggi nello stesso spazio ci può stare un solo canale HD. Ecco perché l’asta (beauty contest) sulle frequenze disponibili del digitale terrestre è così importante. Perché sull’HD i grandi broadcaster si giocano il futuro.
grazie, ho capito. un anno di Master tv e nessuno ne ha mai parlato.
RispondiEliminaluciana Fr.