giovedì 29 dicembre 2011

Viaggio illuminante nella Silicon Valley cinese (2a parte)

Ecco la seconda parte del lungo articolo di Kai Lukoff che è apparso ieri su TECHCRUNCH e che potete trovare in inglese qui.  
La home di Tencent


Ho scritto che Zhongguancun è l’equivalente cinese della Silicon Valley. Attenzione però perché c’è molto movimento anche in altre zone della Cina. I tre giganti di Internet in Cina sono Baidu, Alibaba, e Tencent, ma dei tre solo il gigante della ricerca Baidu ha sede a Pechino.

Hangzhou è sede del Gruppo Alibaba e del suo impero di  e-commerce (Taobao, TMall, Alipay e Alibaba.com). La zona di Shanghai è ricca di aziende di videogames, multinazionali, e venture capitalist, anche se poi volano a Pechino per fare la maggior parte dei loro affari. Per quanto riguarda gli hub tecnologici, questa zona è la seconda dopo Pechino.

Shenzhen è la sede di Tencent, il più grande social network e società di videogame cinese. Altrettanto impressionante è l'hacking hardware che arriva da questa regione. E’ anche sede di innumerevoli produttori di elettronica "shanzhai" [pirati, imitatori, n.d.r.] che copiano, accroccano, e creano telefonini "Motoloba" e tavolette Android “commemorative di Steve Jobs”. Quando si parla di dispositivi Android fatti in Cina a meno di 100 dollari, è Shenzhen a guidare la carica.

Altri hub “up-and-coming” includono Dalian, Chengdu e Xian,

Il centro di Hangzhou 

The Edge

Silicon Valley è ritenuta capace di attirare i migliori talenti, perché è uno dei migliori ambienti in cui vivere sulla Terra. Nessuno lo direbbe di Pechino.

Pechino bisogna farsela piacere, visto che è anche spesso nebbiosa l'inquinamento. In un podcast di Sinica per discutere “l'anima” di Pechino, Jeremy Goldkorn del blog Danwei.org l’ha definita "la capitale anti-lifestyle”, l'anti-San Francisco. La sgradevolezza della città, l’assenza del comfort di Shanghai o delle albe di Shenzhen le dà però un vantaggio. C'è una aspra determinazione nel cogliere l'attimo, di qualunque tipo siano gli ostacoli.

Un amico mi ha detto che a Kai-Fu Lee è stato recentemente chiesto perché la sua start-up InnovationWorks non sia stata collocata nella pittoresca Chengdu, dove il costo della vita è basso e le donne sono considerate le più belle di tutta la Cina. Lee ha risposto scherzosamente ai suoi imprenditori che quando sono loro felici e rilassati, lui non lo è.

Ma non confondetela con una città di imprenditori-automi. Pechino è al tempo stesso "il centro dell’autorità e una fucina di pensiero creativo", come scrive Evan Osnos in City of Dreams. “Ci sono veri e propri balzi di creatività. Siti che iniziano come imitatori di realtà straniere diventano poi irriconoscibili rispetto all'originale, come il rovente microblog Sina Weibo, che oggi assomiglia molto poco a Twitter.

Quando TechCrunch ha tenuto la sua prima International Disrupt  Conference, ha fatto bene a venire a Pechino. E’ dinamica, disordinata, e molto diversa. Ma  Silicon Valley a parte, non c'è posto migliore al mondo per la tecnologia, in questo momento.

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