sabato 17 dicembre 2011

Kalispera o Kalinikta? Le grandi tv e i tagli ai palinsesti

Alfonso Signorini: il suo Kalispera è stato portato in prime time


Non ho visto Kalispéra (solo qualche clip sul sito Mediaset il giorno dopo) e in ogni caso detesto gli addetti ai lavori che giudicano i programmi altrui, il mestiere dei critici conviene lasciarlo a chi lo fa di mestiere. Però, visto che in questo blog ci occupiamo di tendenze, credo sia giusto segnalare come il risultato di Kalispéra in prima serata confermi alcune ipotesi di cui abbiamo già parlato in altri post, e apra nuove questioni. E cioé
Accadde una notte (1934)
1. Kalispéra, come struttura, non è certo peggiore di altri talk leggeri realizzati in questi anni da Mediaset. Il mix di ospiti non era neanche male per un programma di intrattenimento. Ma rappresenta un’Italia e un mood che sono oggi lontani dal “comune sentire” della maggioranza degli italiani, ha il saporello di un mondo che non c'è più: la conduzione di Signorini (che non è un ingenuo e nemmeno uno sprovveduto, televisivamente, anzi) richiama plasticamente quel mondo (che è anche quello dell’ultima versione del GF, in cui Signorini ha il compito di vivacizzatore e di “coro greco”, compito che esercita con un curioso mix di moralismo e di trasgressione light non sempre vincente).
2. La stessa puntata di Kalispéra, se fosse andata in onda un anno fa su Canale 5, sarebbe andata benissimo. Anche perché sarebbe andata in onda in seconda serata. E qui si apre una questione enorme, forse la questione delle questioni per la tv generalista oggi: Rai e Mediaset (per ora ancora di più Mediaset, ma diamo tempo al tempo), di fronte alla crisi (e quindi alla crisi di redditività dei palinsesti televisivi) rispondono tagliando i costi e mettendo in prima serata (e “stirando” a tre ore e più) programmi che fino a ieri sarebbero andati in onda solo in seconda serata. Sembra quindi la quadratura del cerchio: se piacevano in seconda serata piaceranno anche in prima, risparmiamo un sacco di soldi e con 4-5 interviste abbiamo risolto il prime time.  Non funziona. E non funzionerà.
Ginger e Fred, miti nell'America della Depressione

Proprio perché siamo dentro la più grande crisi economica che si ricordi dal 1929. E in questa crisi ci potrebbe anche essere un ritorno alla tv generalista da parte di un pezzo di pubblico che poteva contare su altre e più costose alternative (e che sente anche un bisogno di “comunità”, l’ansia di condividere frustrazioni e possibili rassicurazioni). Beh, state attenti cari capi delle televisioni: è come se si affacciasse alla porta della vecchia trattoria sotto casa la clientela che si era abituata col sushi. Tornano sulla nostalgia: ma quando si accorgono che la vecchia tv generalista è stata sostituita da scampoli e programmi a basso budget, quando vedono che il vecchio oste non garantisce più quegli ingredienti e quei piatti gradevoli e rassicuranti a cui un tempo erano abituati, quando constatano che Fiorello passa quattro volte l’anno e il resto è pasta al burro sbattono la porta e riacchiapparli sarà ancora più difficile. Lo so che tocca risparmiare. Ma ricordatevi che in piena crisi del ’29 si sono affermati Mickey Mouse, Popeye, Fred Astaire e Ginger Rogers, Clark Gable e Frank Capra. O investite o morite. Dite ai vostri controller che devono tagliare da altre parti.

1 commento:

  1. A Mediaset stanno tagliando sul giardiniere, i boccioni dell'acqua e la mazzetta dei giornali... Se tagliano anche sul riscaldamento, è fatta.

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