giovedì 24 novembre 2011

I Mis*eri dell'Auditel


Ieri sera non ho visto Matrix con Michele Misseri, per cui non posso fornire giudizi moralistici, che almeno sulla carta verrebbero facili. D'altronde anche la storia della stampa quotidiana è piena di processi e casi di nera cavalcati per anni, da noi come nel resto del mondo. 
Non so come sia stata trattata la "confessione" di Misseri da Vinci e a questo punto non so neanche quanto mi interessi. La cosa che invece mi ha colpito è il risultato d'ascolto: 17% di share. Sicuramente sopra la media di Vinci ma in assoluto niente di che, viste le premesse. E il dato più significativo è che le Iene, nel periodo di sovrapposizione (cioé per quasi metà della durata del programma) hanno battuto sonoramente Matrix (fino a 5 punti di distacco). A fare i ragionieri dell'auditel potremmo dire che un programma di prime time gode sempre di un vantaggio anche sulla più forte delle seconde serate. Ma è anche vero che le Iene non è andato in onda su una rete leader come Canale 5, e ciononostante ha battuto l'ammiraglia. 
Un risultato che vale il doppio per gli inserzionisti: il pubblico delle Iene è sicuramente più "pregiato" (mi scuso per il termine vagamente razzista, ma stiamo parlando di marketing a casa della tv commerciale) rispetto a quello che ha seguito Vinci: più giovani, più laureati, più famiglie giovani delle grandi città.
Al netto dell'efficacia o meno della conduzione, la spiegazione più ovvia è che la tv (e soprattutto la tv commerciale) abbia ormai sfruttato fino alla consunzione il "format" Avetrana, e che l'insistenza sull'argomento sia anche il risultato di una stanchezza creativa, se non di una debolezza strategica. Non escludo che un qualche moto di imbarazzo abbia allontanato una parte del pubblico. Perché se è vero che gli argomenti morbosi attirano le folle è altrettanto vero che a nessuno piace essere riconosciuto come spettatore morboso: e quando l'operazione è troppo esplicita ritrarsi dal peep show può essere una decisione collettiva. Il pubblico generalista, soprattutto il pubblico femminile centrale che è lo zoccolo duro di Mediaset, è ben conscio ormai dei meccanismi e delle tattiche di massimizzazione dell'ascolto, e li accetta come parte di un gioco di cui si sente giocatore. Ma quando il fallo è troppo evidente solleva il cartellino giallo come qualunque arbitro.

1 commento:

  1. nello specifico delle iene non credi conti molto anche l'ossessione con cui parenti 'marca' i competitor sui blocchi pubblicitari cercando di non prendere un 'nero' che sia uno, spostando i servizi più o meno forti a seconda della controprogrammazione, cambiando le cose anche all'ultimo minuto? credo che da queste parti sia uno dei pochi che lo fa con tanta ossessività. ed ha sempre strapagato in termini di auditel, anche quando la trasmissione ha cominciato oggettivamente a perdere smalto, nel corso degli anni...

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