L’edizione cartacea dell’Enciclopedia Britannica non verrà più pubblicata. Diffuso l'annuncio, le copie ancora disponibili sono andate a ruba (1400 dollari, più i costi di spedizione di 58 chili di libri). Nel frattempo Wikipedia regna incontrastata come “reference book” a livello mondiale.
Vi risparmio il lamento nostalgico, l’odore dei libri, i ricordi di gioventù ecc., perché questa non è una puntata di Downton Abbey. Riconosciamo a ciglio asciutto che è più comodo digitare una parola chiave su Google che prendere la scaletta per acchiappare il volume 27 dallo scaffale più alto della libreria. Onestamente, quante volte l’ho consultata? Forse due o tre volte?
Il problema è un altro: e cioé: quante volte usiamo Wikipedia? Tante, troppe volte. Ma soprattutto troppe volte senza controllare le notizie.
Il principio “Wiki” è abbastanza geniale e sui grandi numeri è efficace: se io scrivessi, alla voce Einstein, che era maniaco degli aquiloni qualcuno da qualche parte del mondo, entro pochi minuti, mi correggerebbe.
Albert Einstein |
Non è un discorso contro Wikipedia: il sistema Wiki ci consente di trovare voci su argomenti che non rientrerebbero in nessuna enciclopedia, né cartacea né online. Ma è come l’uso dei conservanti: un dado, una bevanda gassata, un panettone ecc. pieni di conservanti assunti qualche volta non fanno niente, se sono la tua unica fonte di alimentazione non so.
Per cui secondo me bisognerebbe perlomeno stabilire una regola etica: quando un giornalista scrive un pezzo (per la carta stampata, per la televisione o peggio per il web) usando solo e soltanto come fonte Wikipedia, dovrebbe renderlo esplicito. Una specie di bollino: scritto solo con Wikipedia. Sottotitolo: perché non ho voglia di faticare. Se poi ho scritto delle cazzate o delle banalità, è colpa mia.
Le voci di Wikipedia non sono affidabili come quelle della Britannica, ma secondo me questo non toglie molto al loro valore, che secondo me sta nei link a siti affidabili, di cui wikipedia costituisce il tramite con il lettore.
RispondiEliminaUn lettore avvertito si fa incuriosire dalla voce, ma poi va ad approfondire, per capire bene se è vero quel che ha letto, e per questo ci sono le note.
E in effetti, è proprio questo il senso di un'enciclopedia, che di certo non esauriva lo scibile umano neanche ai tempi d'oro. Non un deposito di sapere, ma un hub.
Uqbal
non si capisce la cosa su Downton Abbey
RispondiEliminaSinceramente, sbagliarsi sulla data della prima trasmissione TV in Italia non credo sia così grave. Sbagliarsi su Dante è molto più grave.
RispondiEliminaPoi è vero che dipendere solo da una fonte è sempre pericoloso. Ma lo era anche con la Britannica. Ai tempi pre internet la prima cosa che mi insegnò la maestra fu: non aprire mai un libro solo per sapere qualcosa di un argomento. Ero alle elementari, 34 anni fa. Insegnamento ancora valido.
ilcomizietto
Ma io non ce l'ho con Wikipedia, come ho già spiegato nel post. Infatti il punto è: Wikipedia non va usata come un oracolo o come unica fonte di informazione. Farlo è un segno di pigrizia intellettuale e di malcostume giornalistico.
RispondiElimina@paolini
RispondiEliminaLo avevo capito. Volevo solo dire che il problema non è nato oggi, con wikipedia. Tutto qui.
ilcomizietto
non vorrei fare troppo la punta alle matite, ma basta andare a consultare l'archivio storico de La Stampa per trovare in data 3 gennaio 1954 a pagina 2 un articolo intitolato "si inaugura stamane la televisione italiana". Ergo, è corretto scrivere che la prima trasmissione televisiva è stata ufficialmente realizzata nel 1954; ciò non toglie che ci siano state trasmissioni non ufficiali già nel 1953.
RispondiEliminaPer la precisione ho controllato cosa dice la versione presumibilmente consultata della voce: il testo dice «L'11 settembre 1949, con una trasmissione sperimentale dalla Triennale di Milano presentata da Corrado, hanno inizio le trasmissioni televisive in Italia con lo standard a 625 linee, ma la programmazione regolare cominciò soltanto dal 3 gennaio 1954, a cura della RAI, in bianco e nero.»
Wikipedia ha voci molto peggiori (già in questo campo "Televisione in Italia è di pessima qualità). Usare una voce scritta correttamente come esempio di voce mal scritta non mi pare una grande idea...
Caro .mau., il mio riferimeto è linkato già nel post. In ogni caso, nel 1953 la Rai trasmetteva regolari programmi dalle stazioni di Milano+Torino (nord) e Roma (centro Italia). I programmi venivano annunciati ogni settimana nel radiocorriere. Il 3 gennaio si realizza l'interconnessione Roma-Milano-Torino ma i programmi "ufficiali" esistevano già. Ad esempio Mike Bongiorno andava già in onda da qualche mese con "Arrivi e partenze" dagli studi di via Asiago. E' sempre la pigrizia italica (la stessa che fa ancora mandare in onda nelle rievocazioni il falso "primo annuncio della tv" realizzato 10 anni dopo come fosse vero).
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