venerdì 20 aprile 2012

Tamburi di guerra al NAB


Anche i network piangono: broadcasters contro giganti di internet al Nab.
Se sapete cos’è il NAB saprete anche che il pubblico del NAB è fatto prima di tutto dai manager delle tv locali americane, un’istituzione un tempo fiorente e adesso in difficoltà, ma sempre imparagonabile per forza imprenditoriale e per realtà mediatica con il mondo delle tv locali italiane. La scorsa settimana Gordon Smith, un ex senatore repubblicano che da un po’ è il CEO del NAB (e quindi fa da capo-lobbista per le tv nella perigliosa traversata della presidenza Obama) ha fatto il suo discorso inaugurale nella più grande fiera di  ferraglia televisiva del mondo. E per la serie “tutto il mondo è paese” ecc. ecco cos’ha detto:
1. Il primo nemico sono i giganti di Internet (Smith ha citato sprezzantemente “the Googles and Wikis” che hanno sostituito il comandamento “non rubare” con “non censorerai internet”) e le società di telecomunicazioni;
2. Vogliono farci pagare per le frequenze. Ci vogliono fuori dai giochi;
3. Le compagnie del cavo e del satellite non vogliono pagare decentemente il segnale delle tv locali. Ma è proprio quello che i telespettatori vogliono di più: notizie locali e i programmi dei grandi network che le locali distribuiscono;
4. Ricordatevi che dei 100 programmi più visti in prime time, 95 vengono dai network, non dai “cable network” (pfui HBO!);
Gordon Smith.
 5. Faremo battaglia in Campidoglio, faremo lobby, faremo spot, andremo perfino sui social media per difenderci;
6. Attenti ragazzi, la Ford ha messo sul mercato un’automobile che può mandare e ricevere tweets, captare musica in streaming e accedere ai podcast. Allora lo streaming dovrebbe essere il futuro della radio?
7. Solo voi sapete cos’è meglio fare dalle vostre parti, comunque le Tv si devono assolutamente buttare sul mobile e sull’ultraHD. I nostri avversari stanno facendo proprio questo, sono spietati e pieni di soldi;
8. Una volta “tv dovunque” voleva dire una tv in ogni stanza, adesso vuol dire che devono poterci seguire tutti, in qualunque momento, in qualunque posto, con qualunque apparecchio. Non ci sconfiggeranno.
9. Le telco, quelli dei telefoni cellulari (la “wireless industry”) ci vogliono mangiare in testa, vogliono farsi la loro tv per il mobile e chiedono più frequenze al governo. E il loro servizio non sarà neanche gratuito come il nostro. Ma la broadband non può battere il broadcasting.
10. Staremo sui cellulari, sui tablet, sui computer portatili e sulle consolle di giochi. Staremo anche sui dispositivi che non hanno ancora inventato. I nostri avversari vogliono far credere alla gente che siamo finiti, proveremo loro che si sbagliano.
Ovviamente ho reso più esplicito un discorso che era stato formulato coi toni da vecchio arnese della politica. Comunque il testo originale lo trovate qui. E sembra l’ultimo grido del Generale Custer a Little Big Horn. Eppure le tv americane hanno già superato il punto più basso della raccolta pubblicitaria, mentre qui i dolori sono appena cominciati. Bisogna vedere cosa faranno i Sioux.

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