lunedì 5 dicembre 2011

Il pianto che cambiò l'Italia (ma non il Tg1)

Hanno fatto la guerra a Minzolini sulle note spese, poi l'hanno fatta sugli ascolti (e su questo non vorremmo ripeterci). Ma l'unica vera motivazione per la quale un editore pubblico dovrebbe chiedere conto a un direttore, cioe' quella di non aver dato le notizie, si è espressa mirabilmente ieri sera, quando alle 20.17 circa il Tg1 ha tolto la linea alla diretta della conferenza stampa di Monti. Per fortuna c'era la 7. E per fortuna, per chi non ha Sky, c'erano Rai News 24 e Tgcom24, che l'hanno trasmessa integralmente senza interruzioni o commenti. (Sì, anche l'All News Mediaset, piccoli segnali).
Ragazzi, stavano raccontandoci di che morte dobbiamo morire. Il risultato indotto dalla decisione di Minzolini è che milioni di mamme e nonne non hanno visto il pianto di Elsa Fornero.
Ora, la tv è una strana bestia. Può manipolare di brutto e può essere piu analitica di una TAC nel raccontare le persone e le situazioni. Visti in diretta, Monti e i suoi sembravano degli alieni buoni spediti da qualche Federazione intergalattica a impedire l'autodistruzione di un pianeta (vi ricordate l'extraterrestre di Ultimatum alla terra?) 
Il climax ovviamente si è raggiunto con il discorso della Fornero. Dove, come sempre, era il linguaggio non verbale ad apparire soverchiante, a mangiarsi perfino l'elenco terrificante di tagli alle pensioni che la povera Fornero stava facendo. Le rughe della Fornero, dopo almeno tre lustri di malanni fatti da chirughi estetici degni di Mengele a signore e signorine prestate alla politica (anche se a part time) rilucevano come scolpite nell’alabastro. Veniva quasi voglia di avvicinarsi alla tribuna per ricordare ai nuovi amministratori del condominio il problema mai risolto della fioriera della signora del terzo piano. Un bel vedere, e lo dico davvero. Il pianto (quale comunicazione non verbale è piu incisiva?)  è stato uno shock culturale. Uno shock però che è stato risparmiato, diciamo così, alla parte meno attrezzata, e culturalmente più indifesa del pubblico televisivo, quella che segue più fedelmente (secondo le statistiche dell’Auditel) il Tg1. Immagino che il Tg1 abbia recuperato nelle edizioni successive. Ma è la stessa cosa?  Qualche bravo semiologo potrebbe aiutarci a dire: vale uguale se non è in diretta? E’ ancora evento? E’ ancora shock culturale? (“Ehi, ma allora siamo davvero nella merda!”) o la “registrata” ci allontana da questa irruzione di realtà tragica nelle nostre case?
Ecco perché la scelta di Minzolini dovrebbe meritargli un biglietto in prima classe per Milano.  Monti e il suo staff hanno avuto la dimostrazione plateale che non potranno fare a meno di occuparsi della Rai. Avvertiteli, qualora non l’avessero ancora capito, che stanno a Roma e non a Strasburgo. 

1 commento:

  1. Eppure stamattina gli Italiani, che di solito il lunedì si svegliano tutti commissari tecnici del calcio, si sono tutti alzati Presidenti del Consiglio, e giù a sparare a zero, come se fossero rientrati in Patria dopo una vacanza lunga 20 anni in un'isola esotica e senza giornali.

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