lunedì 23 gennaio 2012

Chiambretti e la Dandini (e la tachipirina)



Mi sono perso Chiambretti Sunday Show, complice un’orrenda influenza, e quindi non ho elementi diretti per valutare (e, sul web, Video Mediaset non lo mette tra i programmi da rivedere, non so se per scelta o per altre ragioni). D’altronde grazie all’influenza non ho visto neanche la prima puntata di The Show Must Go Off, solo qualche minuto per apprezzare la grafica, c’era Camilleri, scrittore che amo, intervistato e stava commentando il divano. Sono andato a prendere una tachipirina, mi sono misurato la febbre, ho fatto un sonnellino e ho riacceso per un attimo, c’era sempre Camilleri, scrittore che amo ecc., ma forse questo non e’ il ritmo giusto per una prima serata. In ogni caso il risultato della Dandini è per la 7 incoraggiante e credo che un po’ di “militanza televisiva” abbia ovviato a un certo spaesamento da prima puntata che mi era sembrato di cogliere nel poco che ho visto.


Di Chiambretti invece ho potuto soltanto leggere la scaletta nel minuto per minuto e mi sono accorto di due cose:
c’erano molte idee non banali, tutto il programma per quanto si potesse capire dalla scaletta era “ a doppia lettura” (il governo tecnico, la muzika è cambiata, chissà mai a cosa si riferiva, indovina un po’). E tutto il moralismo che già sento circolare in rete sulla presenza di ballerine e sexy girl mi sembra un po’ ipocrita e scontato.
Il problema è che, stando ai freddi dati, alla partenza del Sunday Show la Littizzetto era già in onda e tutto il pubblico che poteva capire l’impervio tentativo di doppia lettura (divertente, ma è un giochetto un po’ abusato) si è piazzato su Raitre e a Chiambretti è rimasto quel pubblico di teens e ventenni che da tempo è lo zoccolo duro di Italia 1 (quelli che in spiaggia si fanno le foto urlando Italia Unoooo), un pubblico interessante ma forse poco interessato a Scilipoti.

L’unica cosa che ho capito su Chiambretti, e non solo su di lui, è quella che ho scritto sul blog tante volte: la formuletta di passare in prime time i programmi di seconda serata (così da overnight costosi diventano magicamente primetime risparmiosi) non funziona molto, almeno in Italia: soprattutto se si rivolgono ad un pubblico che a quell’ora e su quella rete è abituato -a torto o a ragione- a tutt’altro.

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