venerdì 20 gennaio 2012

Addio seconde serate?

Chiambretti andrà in prime time perché costa troppo per la seconda serata

Pare che uno degli effetti della crisi sui grandi network italiani sarà quello di abolire le seconde serate. Per abolire intendo non spendere più soldi per produrre programmi che vadano in onda dopo le 23 (al massimo qualche talk, quattro persone sedute su delle poltroncine davanti a una scenografia squinzia non si negano a nessuno). Il resto saranno programmi d’acquisto. Quando è possibile le prime serate (già stiracchiate a due ore e mezzo) si allungheranno ulteriormente, com’è già avviene per alcuni reality ecc.
Mediaset è già su questa linea (anche Chiambretti, per i suoi costi, è stato reindirizzato vero le nove di sera). Non è escluso che dalla prossima stagione anche la Rai si adegui.
Il punto è che se si chiudono le seconde serate la tv generalista potrebbe morire di soffocamento. Perché quella è la fascia in cui da tempo immemorabile (diciamo da un ventennio, ecco) si sperimentano formati, formule, idee e conduttori.  Qualche esempio dal 1990 ad oggi? 
Zelig nasce in seconda serata (1997)

Le Iene, che sono il programma di punta (anche commercialmente) di Italia Uno, sono nate in seconda serata (1998) ed hanno stentato non poco, il primo anno, a fare ascolto (e dalle Iene sono usciti, in pratica, il 70% dei personaggi che hanno funzionato nel decennio trascorso). Zelig, che è Zelig, è nato in seconda serata ed ha stentato per anni prima di diventare il gigante che è. Ciro (da cui sono usciti la Littizzetto, Luca e Paolo e Bertolino) andava in onda alle 23 e all’inizio faceva il 7%. Mai dire gol è stato per lunghissimo tempo un programma di seconda serata. Vogliamo continuare? Samarcanda di Santoro è nata nel 1987 in seconda serata, era povera e scura come Calimero e senza una stagione in seconda serata oggi non sapremmo nemmeno chi è Santoro. Libero, in seconda serata, ha fatto nascere Teo Mammuccari, ha fatto crescere a conduttrice tv Paola Cortellesi ed ha rinnovato il linguaggio televisivo della Rai; Convenscion fece tre serie in seconda serata prima di andare con successo in prima e da lì uscirono Max Tortora, Ale e Franz e molti altri comici. Senza Target (seconda serata di Canale 5) non sarebbe nato il primo Verissimo con Cristina Parodi, né i talk con la Bignardi ecc. Costanzo, Vespa, Gad Lerner, sono tutti nati in seconda serata. Lupo solitario e Matrioska furono esperimenti coraggiosi di seconda serata senza i quali Antonio Ricci non avrebbe avuto gli stimoli per fare Odiens e Striscia la notizia. Cocktail d’amore su Raidue andò in seconda serata, e senza quell’esperimento sui repertori Rai non ci sarebbe stato neanche, per dire, I migliori anni.
Samarcanda in seconda serata lanciò Michele Santoro (1987)

Insomma se togli l’incubatrice delle seconde serate i bambini, intesi come nuovi volti e nuove idee, affogheranno. Faranno rapide incursioni in prima serata, daranno risultati insoddisfacenti e i direttori di rete, scuotendo la testa, diranno: l’avevo detto, è roba di nicchia, non funziona. Cosa rimarrà? Rimarranno i format. Intesi come formati importati dalle tv o dalle società che fanno trading di format nel mondo. Cioè proprio quella tv che oggi pare pesantemente invecchiata e incapace di parlare alla sensibilità degli spettatori di oggi.
A sperimentare rimarranno solo la 7 e Sky. Ma quale futuro ci potrà essere per i network che non sono capaci di rinnovarsi?
I programmi di intrattenimento in Italia (e in Spagna) già durano molto di più che negli altri Paesi, e il costo al minuto del prodotto tv è già molto più basso da noi che nel resto d’Europa. (Già sento gli ululati: “basta con i conduttori miliardari”, ecc. Ok, ma all’estero spendono di più non per i conduttori, li spendono per fare meglio i programmi, e questa è un’altra storia che avrebbe bisogno di un post ad hoc). Forse sarebbe meglio studiare come poter continuare a sperimentare, magari a basso costo, in seconda serata. Non per generosità o bontà d’animo o per voglia di fare una tv intelligente (per carità) o per dare “spazio ai giovani”. No: soltanto per non morire.

2 commenti:

  1. Se dovessero sopravvivere solo le prime serate con sempre gli stessi gruppi di lavoro, a molti giovani autori potrebbe passare la fantasia, vista già la fatica per riuscire a farsi considerare con le proprie idee in nuove produzioni. Un programma che ancora rimpiango per la freschezza e l'umorismo invece, è “Cronache Marziane”.

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  2. Grazie Mattia per Cronache marziane: ma come vedi senza seconde serate e' molto difficile sperimentare, anche perche' icanali tematici e semigeneralisti non avrebbero avuto abbastanza soldi per produrre nessuno dei programmi del passato che ho elencato nel post.

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