giovedì 5 gennaio 2012

Il braccio di ferro tra Apple e Hollywood per la tv


Nuova puntata della guerra attorno alla prossima tv di Apple. Secondo Usa Today nell’ufficio del mitico Jonathan Ive (il senior designer che ha inventato il look Apple) è custodito come un segreto industriale un televisore da 50 pollici, ovviamente wifi (che si immagina guardato a vista da una inflessibile security). Cosa stanno architettando? 

L’iTV, di cui abbiamo parlato in un post di qualche settimana fa, sta attirando la curiosità e le preoccupazioni (comprensibili, dal loro punto di vista), di tutti i CEO dell’industria elettronica, dei network e dell’intrattenimento. I produttori di televisori come Samsung temono che un device fighetto, connesso al chain iTunes, alle varie App e basato sui comandi vocali di Siri possa rappresentare un pericoloso concorrente (magari leggermente più caro della concorrenza, così mentre il ricarico su ogni televisore di Samsung, LG, Sony ecc, è sempre più basso il cool factor Apple potrebbe consentire alla casa di Cupertino un extra-profitto: la coltellata finale per un comparto tradizionale già in crisi). 

Jonathan Ive, Senior Vice-President, Apple
La forza di un’operazione così ambiziosa sta nell’enorme disponibilità di liquido, che potrebbe consentire agli abitanti di Infinite Loop di acquisire i diritti di primo passaggio di film, serie tv e altri contenuti premium. Anzi, questo è il pre-requisito per Apple: avere nel suo iCloud una ricca dotazione di contenuti originali da distribuire (e da scambiare, per il consumatore Apple, tra mac, ipad, ipod, iphone e, appunto, la prossima iTV). Ma stando ai rumors che già impazzano sulla rete [lo so, i rumors sempre impazzano, sono luoghi comuni, ma stavolta è vero] Apple avrebbe già iniziato i suoi abboccamenti con i vari “produttori di contenuti”, da NBC Universal a Fox, da Disney a Warner a tanti altri. Presentando, si può immaginare, un portafoglio talmente pieno di cash da far impallidire qualunque CEO. Ma dall’altra parte del tavolo (o dei tavoli) pare le risposte non siano state così entusiaste. 
"Non è che così ci infiliamo direttamente nella bocca del leone?" Avranno pensato i capi di Hollywood e dintorni. "Abbiamo visto com’è andata all’industria discografica, ormai nelle mani di iTunes. I soldi dalle pay-tv (sostanzialmente, negli Stati Uniti, dal cable) continuano ad arrivare, l’ascolto complessivo della televisione è comunque, anche grazie alla crisi, aumentato, perché dobbiamo consegnarci mani e piedi a Apple? Si sa come sono quei ragazzi: poi vogliono comandare loro". Altro che Google Tv. Certo, potrebbe essere un affare per tutti, e Dio sa se l’industria dell’intrattenimento non ne abbia bisogno, visto che i soldi della pubblicità si sparpagliano. Ma i produttori di contenuti vogliono vendere cara la pelle. Anzitutto, la mossa di Apple ha chiarito una cosa: computer, tablet, iPhone quanto si vuole, ma il controllo dell’industria dell’intrattenimento e della tv passa sempre dal televisorone del salotto. Già si parla di “neo-broadcasting”. Meglio misurare i propri passi.

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