venerdì 10 febbraio 2012

Sanremo for Dummies (guida alla sopravvivenza)


Sanremo. Il Venerdi di Repubblica mi ha chiesto un intervento sul festival (che comincia martedi) e la televisione. Mi è sembrato giusto convertirlo in una letterina di consigli ad una giornalista in erba che deve scrivere il fatidico pezzo su Sanremo e i media. Ve lo ripropongo qui.
Cara Allegra, prima di tutto scrivi due articoli, anzi meglio tre. Che non ti sembri il triplo di fatica. Anzi, questo escamotage ti renderà tutto più semplice. Nel primo punta tutto sul successo mediatico del festival. L'evento tv vince sulla musica. Potresti partire alla lontana, ricordare che una delle prime intuizioni di un Festival della canzone italiana la ebbe Angelo Nizza, quello del duo Nizza e Morbelli, gli inventori dei Quattro moschettieri ai tempi dell’Eiar (e in quanto tali, creatori: delle parodie televisive, del varietà Rai, tutte cose che, come la sigla del Tg1, derivano dalle loro invenzioni).

Benigni a Sanremo (2011)
Spiegherai con dovizia di particolari che Sanremo vince quando è prima di tutto una grande “messa cantata” televisiva, un evento che sostituisce altri momenti di unità nazionale di cui la nostra Nazione è notoriamente scarsina. Sanremo non si ricorda per il vincitore ma per l'esibizione di Beppe Grillo o l' inno nazionale di Benigni o anche per il bacio della Littizzetto a Pippo Baudo; per lo stesso Baudo che salva l'aspirante suicida o invita sul palco gli operai dell'Italsider, per Fazio che presenta Gorbaciov e signora al cinema Ariston oppure per le gaffe, le scivolate dalle scale, le mise della Clerici, le ironie di Bonolis, i friccichi provocati da Luca e Paolo nelle salmerie del Pdl, i litigi e nel caso peggiore i suicidi.  
Adriano Celentano
Se per caso gli ascolti vanno bene benché non sia successo niente userai il secondo pezzo: nel quale avrai spiegato che  il festival vince quando mette al primo posto la musica. Dirai che “bisogna smettere di guardare a Sanremo come alla terza Camera dello Stato”. Ci butterei dentro anche Gramsci, sostenendo che "se non era giusto per Gramsci snobbare Carolina Invernizio, perché dovrebbe essere giusto pensare a Celentano solo come a un tribuno del popolo e non prima di tutto come a uno straordinario interprete musicale di una nazione?” E aggiungerei: d'altronde, spente le luminarie, smontate le scenografie e gli effetti speciali, dimenticate le polemiche rimarrà, perché rimarrà, qualche canzone da fischiettare e un respiro di novità dai giovani interpreti. “Ecco, probabilmente è quello il Sanremo da conservare”. (Non superare le 3000 battute).

Se poi non funzionasse niente, e gli ascolti facessero cilecca (ma non è detto, sai, con questa crisi) cara Allegra prova con l'arma-fine-di-mondo. Trenta righe sul fatto che questo festival "non piaceva a Berlusconi". Sai, Celentano, i casini nella Rai, ecc. Il che spiegherebbe tutto, poi a dettagli e punteggiatura pensaci tu. In fondo vieni dal politico. In ogni caso se volevi quegli indirizzi per la cena di pesce ti raccomando, se ti va una deviazione, Le Chaudron a Bordighera. Tanto con tre pezzi già scritti stai in una botte di ferro.

4 commenti:

  1. Perfetto, salvo forse l'indicazione gastronomica. Per il pesce, si raccomanda infatti Agua, sempre a Bordighera, che è gestito da Romolo Giordano, già pluristellato Michelin con La via romana. Gli altri suggerimenti sono, come detto, impeccabili.

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  2. E che se vadano, vadano a nome mio: saranno trattati con riguardo particolare.

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