lunedì 6 febbraio 2012

Obbligatorio: vedere Black Mirror

Qualche tempo fa avevo pubblicato un post sul diritto all'oblio (dopo gli ultimi cambiamenti di Facebook). Ma non avevo ancora visto (e non era ancora andata in onda su Channel 4) la terza -e purtroppo ultima- puntata di Black Mirror, la mini-serie inglese che costituisce un intervento assolutamente definitivo sull'argomento. Oltre a essere un oggettivo capolavoro.
E' impressionante come gli inglesi siano diventati, a due anni scarsi dalla fine di Lost, il nuovo faro della serialità televisiva, mentre l'età dell'oro della fiction americana sembra diventare un ricordo del passato. Invito tutti a rintracciare, con ogni mezzo lecito e illecito, questa gemma della tv inglese. Per capirci, Black Mirror è un Ai confini della realtà in versione consapevole e adulta, un racconto sugli effetti collaterali della tecnologia che ha metabolizzato Swift, Orwell e Kubrick.

Charlie Brooker
E già che ci siete date una riguardata a Downton Abbey, che in quanto
soap di prima serata sta a Centovetrine come Modigliani sta all'ingenua ritrattistica alla Teomondo Scrofalo. Comunque, tornando a Black Mirror, una  cosa è certa: che Charlie Brooker (ideatore, sceneggiatore, giornalista, conduttore televisivo, producer) è un genio. E una è pazzesca: che Centovetrine sia prodotta da Endemol Italia mentre Black Mirror è prodotta per la prima serata di Channel 4 da Endemol inglese. Cosa se ne deduce? Che il problema siamo noi pubblico italiano? Charlie Brooker saprebbe certamente trovare una risposta a questa domanda.

P.S.: Devo a Francesco Agostini la mia personale scoperta di Black Mirror. Così non dirà che non l'avevo scritto.

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